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Flipper sportivo: il Mondiale visto dall'Italia e dai suoi nazionali

05 giugno 2017 - 11:01

Si è concluso il mondiale di Flipper sportivo che non ha visto nessuna vittoria italiana, con il dominio americano. Facciamo il punto.

Scritto da Alessio Crisantemi

È stato un mondiale a due facce, quello che si è appena concluso a Copenaghen. Una competizione senz'altro all'altezza delle aspettative, ma con diversi colpi di scena che l'hanno resa, in parte, più emozionante. Mentre per altri versi si è rivelata meno entusiasmante di quanto ci si potesse aspettare. Sarà forse perché la guardiamo da "europei", e mal riusciamo a digerire il fatto che l'edizione del nostro continente della coppa del mondo si sia rivelata un autentico dominio americano. E peggio ancora per noi italiani: che a dirla tutta, aspettavamo non soltanto una prevalenza di europei in testa alla classifica finale, ma puntavamo addirittura al successo, anche questa volta, del nostro maggiore giocatore, Daniele Acciari. Che a Copenaghen cercava il suo quinto titolo mondiale in carriera e il terzo consecutivo. Invece, sì è dovuto accontentare di un quinto posto, che per quanto misero possa risultare per un giocatore del suo livello, è pur sempre un piazzamento di tutto rispetto, che vale anche diversi punti per il ranking internazionale, che Acciari ha già rinvigorito grazie alla settimana di sfide in Danimarca, avendo guadagnato circa 150 punti dal duplice successo del Danish.

Eppure un po' di amarezza resta. Sarà forse per il fatto che il nuovo Campione del Mondo appare quasi come l'outsider di turno, forse non all'altezza della situazione, stando ai commenti professionisti. Non che gli manchino le capacità, anzi, essendo nella "top ten" dei migliori giocatori del pianeta: come pure non si può dire che abbia giocato male o che non abbia meritato il successo, avendo abbattuto nel suo cammino iridato giganti del calibro dello stesso Acciari, o dell'amico Cayle George, superato nella finalissima al termine di una sfida infinita risolta soltanto al "tie-break", per dirla nel gergo tennistico. Sarà forse una questione di "phisique du role", oppure soltanto di empatia, che poco c'entra con lo sport. Sta di fatto però che tutti, una volta uscito  di scena Acciari, si aspettavano di vedere sul podio proprio George, se non il leader del ranking Zach Sharpe, che è stato invece superato proprio da George in semifinale.

Ma anche questo è il flipper. E per diventare campioni del mondo c'è bisogno anche di continuità e di resistenza: fisica e mentale. E a Davidson il merito di aver mantenuto entrambi i requisiti fino alla fine. Come non sembra aver fatto l'altro finalista, Cayle George, nonostante la lunga esperienza da autentico veterano della disciplina, già due volte campione mondiale, e più volte finalista. Parola di un campione di pari livello, come il "nostro" Daniele Acciari: "Credo che il nuovo campione del mondo abbia disputato un ottimo mondiale, dimostrandosi un giocatore di livello - spiega il campione - anche se mi sento di dire che più di un suo trionfo, in finale, si sia piuttosto trattato di una sconfitta di Cayle, che ha giocato al di sotto delle sue capacità. Peccato per lui, perché si sarebbe sicuramente meritato il terzo titolo. Ma onore al nuovo campione". Acciari si dice comunque contento di questa nuova esperienza mondiale, nonostante il successo che non è arrivato, rincuorandosi con il trionfo al Danish Open e con quello ottenuto alla Epstein Cup dal team europeo di cui era capitano. Ma non risparmia qualche piccola critica dal punto di vista organizzativo: "Premesso che anche questo mondiale è stato gestito e organizzato al meglio, in un'ottima location e con uno staff più che valido, quello che mi sento dire che è mancato è uno spazio dove offrire dei flipper in 'free-play', o comunque fuori dalla competizione, con i quali potersi almeno scaldare prima di una sfida. Credo che questo abbia penalizzato quei giocatori come me che hanno bisogno di qualche minuto di training prima di disputare un match. Soprattutto quando devi giocare a inizio mattina, come nel caso degli ottavi di finale in cui sono stato eliminato, in cui appena arrivato ho dovuto iniziare la sfida. Non so se si può parlare di competizione 'falsata' da questo fatto: ma di certo di una grave mancanza".

E forse è proprio per questo fatto, lamentato dall'ormai ex Campione del Mondo, che lo abbiamo visto decisamente sotto tono nella sfida contro Davidson persa con un secco 4 a 1. Ma tant'è.

Ma oltre ad Acciari, c'era anche l'altro italiano, Roberto Pedroni, a rappresentare i nostri colori al Mondiale 2017 vestendo la maglia della Nazionale del Tecnoplay Team. Per la quarta volta consecutiva. Anche per lui, nonostante l'uscita forse precoce dalla competizione, il bilancio di fine mondiale è comunque positivo:  "purtroppo non sono riuscito a migliorare il mio risultato rispetto allo scorso anno come speravo - spiega il player brianzolo - essendo uscito di nuovo al primo turno di eliminatorie. Anche se stavolta sono riuscito a qualificarmi in una posizione migliore rispetto all'altro anno, sfiorando anche il sedicesimo posto che sarebbe valso il salto di un turno. C'è quindi di buono che sono riuscito a trovare una maggiore continuità nei due giorni di qualifiche anche se conta poco, risultati alla mano. Ma è pur sempre un miglioramento". E in effetti Pedroni è sembrato essere sempre in partita, fin dal primo turno, annientando diversi avversari, anche illustri, gara dopo gara. Salvo poi affondare contro l'olandese Paul Jogma, già campione europeo e giocatore di lunga data ed esperienza. Ma a Copenaghen è stata comunque un'esperienza positiva per il Campione italiano in carica, avendo ottenuto un podio al Retro Arcade Open disputato alla vigilia del Mondiale: "sicuramente è stata una settimana da ricordare - commenta Pedroni - dalla quale ho potuto imparare ancora di più e misurarmi con molti giocatori di livello e più forti di me. Un percorso utile oltre che piacevole di cui farò senz'altro tesoro". 
L'altra nota stonata di questo mondiale, tuttavia, è stato il forfait dell'ultima ora di un giocatore di spicco come Keith Elwin. Attesissimo alla vigilia, per quello che sarebbe stato il suo primo torneo in Europa, il californiano ha dovuto annullare il suo viaggio per motivi personali lasciando un vuoto incolmabile della rappresentanza degli Stati Uniti del flipper, che certo ha pesato nella sfida per il titolo Intercontinentale vinta dall'Europa. E ha abbassato il livello della competizione mondiale, oltre a quello dello spettacolo, essendo stato rimpiazzato da un altro giocatore tra i primi cento del ranking, di rango letteralmente inferiore. Peccato. 

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