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Dj Francesco: “Ma quale gioco aggressive? Sono un player super tight!”

17 aprile 2013 - 15:10

“Quando avevo tempo giocavo spesso a Texas Hold'em poker. Ora ogni tanto, per fortuna, si lavora e risulta più difficile trovare le occasioni giuste. Trovo che questo gioco sia qualcosa di incredibile, che riesca ad aggregare tantissime persone attorno a un tavolo e che in questo settore ci siano molte persone interessanti!”.

Scritto da Redazione GiocoNews

 

Si chiama Francesco Facchinetti ed è una forza della natura, un ciclone. 'Ex Dj-Francesco' ora simbolo e volto di X-Factor. I tempi del 'Capitano' sono molto lontani, ma la forza e la verve sono rimaste le stesse. Se tanto ti dà tanto, al tavolo lo stile di gioco preferito dovrebbe essere quello loose-aggressive. “Macché, sono un giocatore 'super tight', gioco pochissime carte, quelle del gruppo 1 (AA, KK, QQ, JJ, Aks suited) della tabella di Slansky (il player e teorico di poker) , tanto per capirci. Non a caso nei sit and go rimango spesso cortissimo a meno che io non raddoppi e tutto si mette per il meglio”. Eppure un celebrities sit and go come quello giocato nell'occasione della Snai Poker Cup Francesco l'ha vinto battendo anche players-vip abbastanza 'skillati' come Ciccio Valenti, Filippo Bisciglia, Cristina Quaranta e quella Pamela Camassa che ha addirittura due piazzamenti in tornei riconosciuti nei ranking internazionali. “E in heads up sono arrivato con Lorenzo Battistello (nuovo pro del team BigPoker.it, ndr) che aveva il doppio delle mie chips ma portava sempre questi occhiali da sole. Ma come si fa a giocare con gli occhiali da sole? Saranno stati quelli, sarà stato che ha avuto paura ma sono andato in all in sette volte di seguito fino a raggiungerlo, poi ho fatto una grandissima 'sculata', si può dire no? E ho vinto il torneo!”. Tight nel gioco ma una furia quando parla, quando canta, quando sta in tv.

Appena 30enne, il Texas Hold'em lo conosce da 10 anni. “Questo gioco l'ho conosciuto a Las Vegas quando avevo 18 anni e ho visto ai tavoli che giocavano ‘sto poker qui. Io al tempo ero fanatico di Black Jack. Ma tornato a casa mi sono messo su internet a cercare le regole del gioco, volevo capire come funzionasse. A dire la verità le prime partite tra amici non c'avevamo capito nulla e non so a quale gioco, in effetti poi, abbiamo puntato i soldi (se la ride, ndr). C'ha salvato un nostro amico che lo conosceva e così abbiamo iniziato e c'è piaciuto sempre di più”.

Ora, però, c'è da sostenere quotidianamente un lavoro molto impegnativo. “Giocavo ma ora non ho tempo e riesco solo a venire al Casinò di Campione d'Italia di tanto in tanto perché abito qui vicino, a Como, come in questi giorni”.

Facchinetti ha iniziato agli albori del gioco, almeno per quello che riguarda l'Italia. “Spesso ho giocato contro Darietto Minieri, Luca Pagano è venuto a casa mia, sono amico di Dinobreak, ma soprattutto penso che questo gioco sia un divertimento capace di far incontrare tanta gente e di conoscere nuove persone anche molto intriganti”. Un pallino di Facchinetti è il giovanissimo campione romano, Dario Minieri. “Sì, Darietto è una di quelle persone interessanti che gravitano intorno al poker, un grande personaggio, fortissimo player che una volta nelle nostre sfide heads up ho pure battuto, ma una volta sola”.

Però qualche suggerimento per giocare a poker Francesco lo può dare? “Fortuna, capacità di aspettare il momento, capacità di saper bluffare e di essere impassibile. La solidità, dimenticare le carte foldate, saper fare i conti, conoscere la matematica e la probabilità e avere uno storico delle mani giocate. Ecco il mio vademecum”.

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