skin

Il gioco, un enigma

26 aprile 2013 - 13:40

Una passione per il ‘gioco’, nel senso più ampio e simbolico del termine, che si tramanda di padre in figlia. A raccontarla è Dacia Maraini, che nel 2007 ha dato alle stampe il libro ‘Il gioco dell’universo’, nel quale commenta i diari e gli appunti di suo padre Fosco.

Scritto da Redazione GiocoNews

“Ho scelto questo titolo perché mio padre era davvero un appassionato di gioco, specie quello delle parole, tant’è che aveva anche scritto un libro di poesie con una lingua inventata. Il gioco dell’universo richiama i concetti di parole e di tempo, due grandi enigmi sui quali ci scervelliamo per cercare di capire, ma senza mai capire. Nel gioco c’è sempre un enigma, anzi l’enigma è l’essenza stessa del gioco, e lui era molto vicino all’enigmistica, nel senso originale del termine”.

E anche Dacia Maraini, scrittrice di grandissimo successo, è molto legata al gioco: “Mi piace quando è gratuito, proprio in sé, come sfida al caso, sia che si tratti di gioco di carte o di altro genere, però non per soldi. Quello che mi attira è l’idea di sfidare l’ignoto, il caos. Poi so che molti danno un significato concreto al gioco, collegandolo dunque alla vincita o alla perdita, mentre io amo proprio l’azzardo in sé per sé”.

Poi le circostanze della vita, e della sua carriera professionale, l’hanno portata spesso a frequentare il Casinò di Sanremo. Anche a maggio, nell’ambito dei Martedì Letterari, la rassegna curata da Ito Ruscigni, ha presentato il suo ultimo libro ‘La grande festa’: “Mi hanno invitato e come in passato ci sono andata volentieri, trovo che sia bello questo connubio della letteratura con il gioco… va bene qualsiasi luogo, basta che si parli di libri! Devo dire che nei miei libri non mi sono mai ispirata al gioco in senso stretto ma ci sono tante persone che sfidano il caso, il pericolo, la vita stessa!”

Nel 2010 l'Università degli Studi di Foggia ha conferito a Dacia Maraini la laurea magistrale honoris causa in Progettista e dirigente dei servizi educativi e formativi: pensando alle preoccupazioni del mondo della politica sulla possibili ricadute negative del gioco sui giovani, ritiene che si possa intervenire per educarli ad avere un rapporto responsabile e sano con questo settore?

“A me va bene qualsiasi gioco, dalle carte agli scacchi, basta che sia un di più nella vita. Non va bene invece quando diventa un’ossessione monomaniaca e una dipendenza, come qualsiasi altra dipendenza del resto, da quella da una medicina a quella dall’alcol, o ancora dal sesso o dallo shopping. Le dipendenze limitano le libertà dell’essere umano, ma il gioco va benissimo se non lo diventa”.

E il gioco, per sua natura, è connesso alla fortuna… “Io lo sono stata tanto, prima ad avere dei genitori meravigliosi e poi dei compagni di vita che mi hanno dato molto, che mi hanno voluto bene e rispettato. Questa è la più grande fortuna che si può avere nella vita. E anche ora, ho pochi amici ma che mi vogliono bene”.

Articoli correlati