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Play/gioco: stessa matrice, stessa passione

26 aprile 2013 - 16:20

Le sue note jazz hanno risuonato, alla tromba o al flicorno, nelle sale da concerto di mezzo mondo: “Un paio di volte anche in un casinò… Sanremo, Venezia, Monaco. Addirittura una volta in Martinica”. E fra fine giugno e inizio luglio sono state protagoniste di ‘Jazz on the beach’, festival in programma a Lignano Sabbiadoro (Udine) e giunto alla sua seconda edizione.

Scritto da Redazione GiocoNews

È lungo il percorso artistico di Paolo Fresu, che dalla natia Berchidda (in provincia di Oristano), più precisamente dalla banda musicale del paese, ne ha fatta di strada. Ma quanto ha contato il talento, quanto l’impegno e quanto piuttosto la fortuna per riuscire a compierla?

“Credo abbiano contatto tutte le cose da lei elencate. Ognuna però è servita in un momento diverso e continua ad alimentare il percorso. Di certo però aggiungerei l’amore per la musica, la dedizione e la determinazione: sono costanti delle quali hanno bisogno sia i giovani all’inizio del proprio percorso e sia quelli che devono starvi all’interno”.

Il gioco, in senso stretto o in senso lato, ha mai ispirato qualche suo brano?

“Già il gioco può ispirare il titolo di un brano. Dovessi pensare al gioco la mia mente andrebbe a un’opera contemporanea del trombonista Vinko Globokar. Ho invece dedicato una intera edizione del festival Time in Jazz di Berchidda al tema del gioco. Gioco inteso come ispirazione ludica ma come sistema comunicativo. A pensarci bene l’italiano è l’unica lingua in cui giocare non significhi anche suonare, essere performativi…”.

Le piace giocare, se sì a che cosa e perché?

“Poco a dire il vero. Mi piace giocare con la musica, ho giocato molto da piccolo con la natura e gli animali. Gioco con la vita attraverso l’humour che la rende migliore”.

Giocare con la musica non è solo un lavoro ma anche divertimento. Nella sua carriera vanta collaborazioni prestigiose come Ludovico Einaudi, Lella Costa, Flavio Soriga, Gianmaria Testa, Uri Caine, Omar Sosa, Stefano Benni, Paolo Rossi, Danilo Rea, Paola Turci, Enrico Rava: con quale di questi artisti ha un maggior feeling?

“Con tutti evidentemente. Altrimenti, dopo tanti anni, non continuerei a suonarci assieme e a divertirmi. Con ognuno poi è una musica diversa e un progetto diverso. Impossibile dunque stilare una graduatoria”.

E tra i progetti, quello di Lignano Sabbiadoro l’ha visto particolarmente impegnato, in quanto ha portato sul palcoscenico proprio il gruppo storico con il quale ha mosso i suoi primi passi a partire dall’inizio degli anni Ottanta. “Il Paolo Fresu Quintet nasce nel 1984 e continua ad esistere tuttora e sempre con gli stessi musicisti. Un piccolo primato e un piccolo successo del jazz europeo. Come per la tournèe appena fatta tra India e Asia la proposta è di materiali originali vecchi e nuovi oltre ad alcuni standard della grande musica italiana e qualche sorpresa che viene dal Barocco. Insomma, non ci poniamo problemi di stili e nessun paletto”.

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