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Una mano con il Dandi

02 maggio 2013 - 09:28

Tre fiches in tasca e un’aria da bello e dannato. Incontriamo Claudio Santamaria dopo lo spettacolo teatrale ‘La Notte poco prima della foresta’, impegnato monologo del francese Bernard Marie Koltés, e con sorpresa scopriamo che l’attore di ‘Romanzo Criminale’ e ‘L’ultimo bacio’ è un appassionato giocatore di poker.

Scritto da Redazione GiocoNews

“Mi piace molto giocare a Texas Hold’em, nonostante lo possa fare spesso soltanto online. Spero che presto passi la famosa regolamentazione per il live e che ci sia maggiore margine, per chi ama questo gioco, di divertirsi ‘dal vivo’. È assurdo che lo Stato, che guadagna su un gioco come questo, sia estremamente lento nel disciplinare il poker dal vivo. Alla gente piace giocare a poker e lo vuole fare sedendosi a un tavolo vero e confrontandosi con gli altri giocatori. Quindi non capisco questa lentezza e soprattutto la proibizione. Sono peggio le lotterie istantanee, almeno nel poker c’è abilità e ci vuole anche bravura”.

E tu sei fortunato al tavolo verde? “Devo dire che me la cavo piuttosto bene”.

La fortuna che ruolo ha nel gioco e nella vita? “Sicuramente è un aspetto importante, che ovviamente non è unico. Ma a volte fai degli incontri o ti capitano delle situazioni che possono realmente cambiarti la vita o dare una svolta per la realizzazione di un progetto lavorativo. La stessa cosa accade al tavolo da poker, quando ti capitano le carte giuste non dico che hai la vittoria in pugno, ma di certo una possibilità in più. E a volte succede anche che non te ne capita una di carta giusta, e lì diventa dura. Ma il bello di questo gioco è anche la sfida con te stesso”.

Sono tanti i personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo che si sono dati al poker, sia giocando – vedi Pamela Camassa, Bobo Vieri o Emanuele Filiberto di Savoia – sia prestando il proprio volta come testimonial di società di gioco, come Francesco Totti.

Santamaria si vede in una carriera di questo tipo? “Beh se avessi la possibilità di fare qualche torneo ogni tanto perché no, non sarebbe male. Ma vorrei giocare, non prestarmi a foto o a roba di questo genere. Insomma giocatore più che testimonial in senso stretto”.

Il cinema si sa ha sempre avuto una certa tendenza a mutuare scenari e storie dal gioco d’azzardo. Pensiamo a film come ‘Casinò’, ‘The Rounders’, ‘21’, oppure ai più italiani ‘Regalo di Natale’ o ‘Febbre da cavallo’ dove i luoghi più classici dell’azzardo, dagli ippodromi ai casinò, fanno da sfondo alle storie di personaggi più disparati, con vicende a volte tristi e altre estremamente divertenti.    

“Ricordo che Pupi Avati (Santamaria ha lavorato con il regista nel film ‘Ma quando arrivano le ragazze?’, ndr) mi disse una volta che ‘Regalo di Natale’, storia di quattro ex-amici che si ritrovano la notte di Natale per giocare una partita a poker insieme a un danaroso industriale con la passione del gioco, non sarebbe riuscito così bene se non vi avesse partecipato un vero esperto di gioco come Giovanni Bruzzi. Insomma i giocatori veri aiutano nella realizzazione di un buon film che parla di gioco”. A te piacerebbe interpretare al cinema un giocatore? “Sì, mi piacerebbe molto e se me lo proponessimo credo che accetterei subito”.

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