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Giochi da bar, l'iperspecializzazione premia

12 agosto 2016 - 08:19

I locali che propongono tante varianti dello stesso distillato attirano, con il passa parola e i social, clienti che farebbero miglia pur di gustare un prodotto diverso ed eccellente.

Scritto da Anna Muzio
Giochi da bar, l'iperspecializzazione premia

Il gin, innanzitutto, in grande spolvero. Ma anche sakè, vodka, rum e tequila. Tante varietà provenienti dai cinque continenti, diverse per nuances e gusti, colori, sapori: sono sempre di più i bar che si specializzano su un singolo distillato, proponendone una scelta decisamente fuori dal comune fatta di decine, a volte centinaia di etichette, rigorosamente selezionate. Perché non è tanto il numero a fare la differenza, quanto la conoscenza approfondita del prodotto, che deriva innanzitutto dalla passione, che porta a conoscerlo e
riconoscerlo, a cercarlo in ogni dove privilegiando le produzioni artigianali, piccole e di nicchia ma che sanno distinguersi.

TREND EMERGENTE - È una tendenza questa che, partita dall’estero, si sta diffondendo anche da noi. Certo non tutti hanno la scelta di oltre 900 etichette di whisky del londinese Boisdale of Canary Wharf, ma ci si lavora. Tra i motivi di tanto successo, due spiccano: la maggiore offerta da parte di tanti produttori artigianali 'storici' ma anche newcomers che, come è successo con la birra anni fa, si sono messi a distillare in proprio e hanno sperimentato con l’invecchiamento, le erbe e le spezie (i cosiddetti botanicals) per ottenere un prodotto spesso in edizione limitata, sempre curato e con una storia alle spalle, a volte davvero unico. Poi c’è il cliente, gourmet per moda o per passione che ormai non si accontenta più di un prodotto standard e industriale ma cerca qualcosa di unico e diverso, ogni volta.
IL CLIENTE INFORMATO - Un cliente (o una cliente, perché sempre più donne si accostano a questa 'new wave del distillato') che entra nel bar spesso già informato, dal web, dai viaggi, dal passa parola, e vede le produzioni artigianali e il coté gourmand (nel mangiare ma anche e sempre più nel bere) come parte centrale del proprio approccio alla vita fuoricasa. Anche la globalizzazione ha aiutato, rendendo disponibili piccole produzioni da qualsiasi angolo del mondo. È un trend che si sta estendendo a tutti i superalcolici, e ce ne sono tanti perché ogni Paese o regione ha il suo. Ha iniziato il gin, con prodotti sempre meno 'rudi' e più pensati e sottili, che rendono possibile gustarlo anche da solo, o con accompagnamenti semplici come un’acqua tonica o un succo di frutta, magari centrifugato al momento. Il distillato di qualità non è più insomma appannaggio di ricchi uomini in là negli anni con il sigaro in bocca, anzi. Oltre alle donne, sono attirati dal bere puro e ragionato anche i Millennials. “Sono curiosi e cercano qualcosa di diverso da ciò che hanno sempre trovato in discoteca”, conferma Francesco Rufini, amministratore di La Casa del Rum. Nata nel 2008 in un bar estivo sulla spiaggia di Follonica con lo scopo di “cercare una nuova formula per farlo decollare”, è oggi un progetto che, oltre al bar con oltre 100 etichette di rum da degustazione “una selezione ragionata, con bottiglie invecchiate realmente e dunque piccole produzioni”, comprende anche l’importazione e vendita a bar ed enoteche di rum speciali, anche con marchio proprio.
LA COMUNICAZIONE DEL BAR - In progetti di questo tipo, essenziale è comunicare la specificità della propria offerta: nel locale, tramite i social, e con il personale che non deve essere mai improvvisato. “In bacheca proponiamo una selezione di gin che ruota: ognuno ha un cartellino che spiega origine, botaniche e caratteristiche. Il personale deve essere stabile perché ci sono molti contenuti da conoscere e che vanno raccontati al cliente. Abbiamo una lista di sei gin che cambia ogni settimana abbinati a una tonica diversa. Proponiamo degustazioni anche in occasione di eventi privati. Nel locale la comunicazione è su carta. Mentre sui social, facebook, instagram e il sito, ogni giorno postiamo foto e la nuova lista”. Dopo il gin, quale sarà la prossima onda? Ancora deve arrivare in Italia la mezcal-mania, che vede il liquore a base di agave soppiantare la più nota tequila, che ha forse meno carattere. E poi, assicurano gli esperti, sarà il momento dei distillati meno noti, come la brasiliana Cachaça e il peruviano Pisco. Che, manco a dirlo, a Londra ha già più di un bar (con cucina peruviana) dedicato.
L'IDENTIKIT DEL BAR MONOPRODOTTO - Cosa accomuna un coloratissimo locale messicano e un ascetico giapponese, un club privato con camino acceso e boiserie e un bar artigianale con pareti di mattone a vista, tavoli di legno grezzo e finestre di ghisa? La varietà di etichette offerte, pressoché introvabili altrove, e la capacità di proporle. Ma ci sono altre caratteristiche comuni, al di là del distillato di elezione: food pairing - con il distillato si propone la cucina del Paese d’origine; grande conoscenza del prodotto e formazione dello staff; ambiente 'personalizzato' sul prodotto su cui si sceglie di puntare; clientela curiosa, che cerca nuove etichette e pretende un consiglio personalizzato; cocktail semplici, per esaltare le caratteristiche del distillato; organizzazione di eventi e degustazioni uso dei social per trasmettere la propria specificità, le nuove ricette, i nuovi arrivi, gli eventi proposti.
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