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Leonardo Romanelli, dall'altra parte dei fornelli

25 febbraio 2017 - 11:30

Leonardo Romanelli, dall'altra parte dei fornelli, uno dei maggiori critici enogastronomici italiani 'cucina' per Gioconews.it. 

Scritto da Francesca Mancosu

"Sulla fortuna non ho un’opinione precisa, diciamo che mi reputo una persona fortunata!". Ha tutti i motivi per dirlo Leonardo Romanelli, uno dei maggiori critici enogastronomici italiani, e bandiera di una cucina fatta di semplicità e concretezza. Sommelier, gastronomo, autore e conduttore radiotelevisivo, insegnante e volto di trasmissioni che hanno fatto la storia del gusto diversi anni prima di Masterchef o degli altri cooking show dedicati ai fornelli. Gioco News lo ha intervistato in vista della Biennale enogastronomica di Firenze, di cui è il direttore artistico, in programma dal 10 al 28 novembre. "Si tratta di 18 giorni densi di eventi, che vanno da degustazioni di vino, eventi sulla birra, dimostrazioni di cuochi, serate con protagonista il gelato, insomma un grande spettacolo che vede protagonisti il cibo e il vino. Lo spirito di quest’anno è quello legato al cambiamento: Firenze diventa la città che ospita personaggi di tutta Italia, si parlerà di cibo a livello nazionale e internazionale, non sarà quindi solo una valorizzazione del prodotto tipico locale ma il capoluogo toscano diventerà un luogo dove si celebra l’enogastronomia nazionale", ricorda Romanelli.

Questa esperienza è solo l'ultima di un lungo e variegato curriculum, che ha visto scritte le sue prime righe molto presto. "Nel corso del tempo ho capito che l’enogastronomia era veramente la mia passione ma non volevo essere cuoco, un’esperienza provata in età giovanile, proseguita poi creando da zero una ditta di banqueting, in anni nei quali questa professione non era certo di moda. Mi mancava forse la dedizione assoluta alla casa, la voglia di passare ore in cucina a elaborare e far 'crescere' un piatto. Poi è nato l’interesse di conoscere meglio gli ingredienti delle pietanze, la voglia di trasmetterlo agli altri e da lì la professione del critico era quella che mi ha affascinato. Farlo diventare un lavoro non è cosa facile, in Italia soprattutto è un’invenzione, ovvero pochissimi critici vengono stipendiati da un giornale per svolgere questa professione, bisogna crederci e trovare il modo di crearsi una propria nicchia. La gavetta è quella classica, chilometri fatti in auto e treno a seguire manifestazioni, tenere corsi o seguirli, fino a cominciare ad avere una giusta autorevolezza per scrivere". E scorrendo la sua sua biografia balzano agli occhi proprio le sue tante collaborazioni,oltre ad interessi variegati come il teatro e l'arte. "Ho appena concluso la direzione artistica di Cookstock, una manifestazione che si svolge a Pontassieve (Fi), organizzata dall’associazione 'Cavolo a merenda' , un bell'evento legato al cibo da strada, cooking show e musica. Pe il futuro, oltre alla Biennale c’è uno spettacolo che sto mettendo a punto, 'Galeotto fu il risotto', che mi vede nei panni dell’attore essendo un monologo sulla vita del cuoco. Poi sto scrivendo un musical sulla storia del vino, un progetto che da tanto avevo nel cassetto e che, un po’ faticosamente lo confesso, sono riuscito ora ad affrontare. Poi testi per due libri che dovrebbero uscire nel 2017". Sia come critico che come cuoco la filosofia di Romanelli è ben chiara. "Sono amante della semplicità, ovvero preferisco la concretezza ma è anche vero che in determinate creazioni cerco la parte creativa, purché si supportata da elementi ben definiti. Quindi, amo i professionisti che sanno proporre dei piatti non comuni, ma non eterei, che mi aprono nuove sensazioni. In casa mi mancano strumentazioni, tempi e modi, quindi mi dedico a quello che si può fare normalmente, come le zuppe, soprattutto ultimamente, alle lunghe cotture di stracotti e stufati, alla modernità delle verdure saltate con tante erbe aromatiche".
 
La ricetta dello Chef - Risotto ai calamari, pomodoro fresco ed erbe aromatiche
Ingredienti (per 6 persone)
450 g di riso
1/2 cipolla bianca,
1 l di  brodo di pesce
50 g di burro
200 g di calamari
Un mazzetto di basilico 
2 rametti di maggiorana
1 dl Vernaccia di San Gimignano
150 g di pomodori freschi
Origano, Sale fino, pepe nero q.b.
1 dl di olio extravergine d'oliva
Preparazione
Tritare finemente la cipolla e farla cuocere in padella con metà del burro. Tagliare i calamari a pezzetti piccoli e saltarli in  padella con l’olio, insaporendoli con sale, pepe ed origano, aggiungendo poi i pomodori spellati e privati dei semi. Con il restante burro, far tostare il riso in una casseruola. Quando appare trasparente, bagnare con il vino e far evaporare. Versare il brodo bollente, unire la cipolla e portare a cottura. Quando il riso è quasi cotto, aggiungere i calamari. Mantecare con il burro rimanente, completare con le erbe aromatiche spezzate.

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