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Sfida Trump-Clinton: boom di scommesse dal Canada

17 ottobre 2016 - 11:33

Boom di scommesse dal Canada per le elezioni presidenziali Usa ma i due candidati non piacciono a nessuno. 

Scritto da Giuseppe Tondelli
Sfida Trump-Clinton: boom di scommesse dal Canada

Sono stati scommessi circa 260mila dollari sulle elezioni alla casa Bianca dal Canada. Un vero e proprio boom di scommesse forse dovuto soprattutto al fatto che in questo Stato si può puntare mentre negli Usa, a parte licenze particolari e in alcuni Stati, è ancora vietato puntare. Lo Stato confinante ha sempre rapporti strettissimi con l'America e guarda con grande interessi gli sviluppi normativi e politici. Le elezioni presidenziali interessano tantissimo e hanno generato oltre 2.400 scommesse per l'importo di cui sopra. A contibuire alla crescita delle puntate anche l'escalation di Donald Trump che da 100 a 1 di possibilità di essere eletto alla Casa Bianca è passato ad un 21 a 5 decisamente più allettante per chi vuole investire qualche euro in una scommessa neanche tanto improbabile.


Certo, la Clinton, in Canada, è stata 'calcolata' con l'84% di possibilità di vittoria.
Ma come mai questo boom di scommesse e questa ascesa di Trump? Secondo Doug Cheng della British Columbia Lottery Corporation, "il salto di popolarità non è connesso alla campagna elettorale del miliardario americano ma più che altro al suo essere così controverso. Ha un fattore di eccitazione che non si otterrebbe con altri candidati, questo è sicuro".
L'interesse in questo ultimo mese di campagna elettorale è sempre maggiore e c'è chi ipotizza un boom delle scommesse addirittura sopra i 300mila dollari e anche di più.
Ma l'opinione pubblica non vede proprio di buon occhio i due candidati. Le scommesse sono dovute più che altro alla curiosità e alla voglia di vincere qualche dollaro: "Una nazione di 330 milioni di persone come ha fatto ad arrivare all'espression di questi due candidati?", ha commentato un ex cittadino usa ormai residente da tempo a Vancouver? Si chiama Jeff Peterson, è un repuvvlicano ma non è un sostenitore di Trump. "Ma davvero non c'erano persone più intelligenti negli Stati Usa?", il commento di Peter Bernard da Toronto.

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