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Tommasi (Aic): 'Match fixing, tutelare l'anello debole della catena: gli atleti'

27 settembre 2017 - 10:35

Damiano Tommasi, presidente Aic, interviene alla tavola rotonda sul match fixing nell'international meeting sulle frodi sportive. 

Scritto da Sara Michelucci

Roma - “Un mese dopo la mia presidenza è scattata l'operazione 'Last Bet' e quindi sono entrato subito nel vivo di questo problema. Sono state promosse denunce e attività per rendere forti quelli che sono gli ultimi della catena del match fixing: ovvero gli atleti. Sono loro che devono essere rafforzati, con un inasprimento delle pene anche per l'omessa denuncia”.

 

Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione Calciatori Italiani, è intervenuto nella tavola rotonda sul contrasto al match fixing in Italia organizzata nell'ambito dell'international meeting di oggi, 27 settembre, a Roma, sulla lotta alle scommesse illecite e alla frode sportiva.

 

Cosa si può fare secondo Tommasi? “Limitare o vietare la possibilità di scommesse su eventi dove partecipano i minori è importante, perché si mettono a rischio gli atleti. Poi si possono limitare gli interessi economici delle bet company sullo sport. In generale squadre e atleti devono fare una scelta di campo, non per demonizzare il gioco, ma per non incappare in situazioni rischiose. E dobbiamo renderci conto che questa scelta di campo deve essere decisa. Il match fixing mina lo sport e occorre mettere in atto azioni decise, partendo proprio dal senso di responsabilità di atleti e società sportive”, conclude Tommasi.   

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