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Il gioco è arte con Bim Bum Bam: mostra che interagisce con i visitatori

02 ottobre 2019 - 10:17

A Palermo, dal 3 al 23 ottobre, una mostra dedicata al gioco come arte: con tante interazioni per il pubblico e inviti a giocare.

Scritto da Vincenzo Giacometti

Il gioco predispone l'essere umano a una diversa percezione del mondo, sia dal punto di vista dell'elaborazione creativa che nella piena percezione di sé e del movimento. Ed è proprio su questo concetto che nasce il progetto espositivo "Bimbumbam", a Palermo, dalla collaborazione tra l'Università degli Studi di Palermo, il Museo Interattivo del Giocattolo Povero e del Gioco di strada di Albano di Lucania (PZ) e la Fondazione Tancredi di Barolo.

Giocattoli di epoche diverse, fumetti, libri, fotografie e opere d'arte, animeranno fino al 23 dicembre, gli spazi espositivi del Complesso Monumentale dello Steri del capoluogo siciliano, in un immenso, universale palcoscenico del gioco.
Con un percorso divertente e ricco di stimoli allestito per l'occasione, ricco di postazioni di gioco, come sul grande gioco dell'oca di Marta Salonna, e varie interazioni con la mostra, creando per esempio un quadro con tanti chiodini colorati, grazie alla collaborazione e al contributo della fabbrica di giocattoli Quercetti di Torino, che ha inventato il gioco Pixel Art.

“La mostra 'Bimbumbam' - spiegano i curatori Ermanno Tedeschi e Flavia Alaimo - è un inno al giocare. Il gioco è arte. Un'opera d'arte può essere vista come un gioco o rappresentarlo; molti sono gli artisti nella storia dell'arte che si sono cimentati in questa materia. Abbiamo selezionato alcuni artisti per lo più contemporanei che giocano con i loro strumenti e attraverso tecniche disparate sublimano il gioco in forme poetiche. Saranno presenti artisti che lavorano sia sul territorio italiano, che europeo e israeliano”.
La mostra, resa possibile anche grazie alle opere e alla collaborazione della Fondazione Sicilia, si articola in quattro sezioni e due focus (su Pinocchio e Topolino) nel quale il visitatore è chiamato a muoversi: "l'elogio del gioco semplice" con sculture di Fosca Boggi, Giorgio di Palma, Clara Graziolino che sembrano veri giocattoli.
 
Nello stesso tempo delle fotografie d'epoca dialogheranno con quelle moderne di Alessandro Sgarito e Fabio Marcato, sempre sul tema del gioco realizzato con materiali semplici. A questi si affiancano giochi da tavolo e giocattoli storici prestato dal Musli e i giochi realizzati dai ragazzi della Comunità Mediterranea, un progetto nato per la riqualificazione delle competenze professionali di richiedenti asilo.
 
Si continua con "Il gioco per diventare grandi" con giocattoli della metà del XX secolo, prestati dalla famiglia del giocattolaio romano Giancarlo Terracina, che insegnavano ai bimbi mestieri, per imparare a diventare grandi. E ancora: "Il gioco per tornare bambini" con opere d'arte, disegni, pitture, sculture e installazioni di artisti, che giocano nell'atto creativo delle loro opere, come Suly Borenstein Wolf, Orna
Ben-Ami, Lello Esposito, Franco Angeli ed Enrico T. De Paris, mentre la fanciullezza e la tenerezza del bambino che gioca emergono con evidenza nelle opere di Margherita Grasselli e Beppe Labianca.
 
Il gioco è il soggetto dei quadri di Ugo Nespolo, Giorgio Ramella, Carla Chiusano, Gabriele Turola e Barbara Nejrotti. Inno alla spensieratezza dell'infanzia sono le opere di Sharon Rashbam e Ignazio Schifano. Giochi anche per i grandi, nelle tele prestate dalla Fondazione Sicilia di Manlio Giarrizzo (1936) e Alfonso Amorelli (1942). L'enorme puzzle ispirato al Tangram di Camilla Ancilotto, invece, accoglie i
visitatori nel cortile.
 
Il percorso si conclude con "Il gioco per non dimenticare" che testimonia come il gioco sia fondamentale per divertirsi e stare insieme. Una parte dello spazio sarà dedicato ai giocattoli d'epoca, tricicli, giochi di latta che raccontano la vita dei bambini, con le loro paure e le loro speranze. Un’altra parte sarà dedicata ai Pupi Siciliani, protagonisti dell'Opera dei Pupi, patrimonio immateriale dell'Unesco presenti in mostra grazie al contributo della storica famiglia di pupari palermitani Argento.
 

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