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Ippica: il fantino Stefano Landi a quota 2.000

31 gennaio 2014 - 09:06

Un giovedì piovoso all’ippodromo di San Rossore di Pisa, quello del 30 gennaio, è stato illuminato da uno sprazzo di luce alla quarta corsa. Una condizionata per i 3 anni sui 1.200 metri vedeva agli ordini dello starter solo quattro partenti. In sella a uno di questi, Sognando la Cometa, Stefano Landi.

Scritto da Redazione
Ippica: il fantino Stefano Landi a quota 2.000

Il fantino senese rincorreva ormai da circa un mese l'ennesimo traguardo di una carriera importante: quello della vittoria numero 2.000.

 

In retta d'arrivo passava Bentley Man ma al suo esterno si profilava ben presto la sagoma della femmina interpretata da Landi che, allo sprint finale, prendeva la meglio. Un contenuto gesto di esultanza di Stefano dopo il traguardo sottolineava l'impresa.

 

LA CARRIERA - Senese di natali, contradaiolo del Nicchio come il padre e il fratello gemello Leonardo, ha appreso le basi del suo lavoro con Saro pecoraro, al Caprilli. Una carriera lunga 31 anni iniziata vincendo a Firenze in sella al biondo Babush indossando la casacca a strisce rosso-nera di Pecoraro. Molti i successi di prestigio, tra questi il Parioli con Golden Titus (2007), siglato anche l'anno prima con Rattle and Hum, vittoria con la quale faceva coppia il trionfo nel Premio Regina Elena con Windhuk: vincere 1.000 e 2.000 Ghinee lo stesso anno è stato un altro record ottenuto da Stefano Landi. I colori di Windhuuk erano quelli di Pier Luigi Giannotti che gli ha regalato anche la millesima vittoria con Zapotek (2001)  e la duemillesima con Sognando la Cometa.

Anche a Pisa i successi di Landi sono stati innumerevoli ma, senza dubbio, spiccano i due Premi Pisa conquistati. Slapper, colori e training di Roberto Brogi nel 2005 e Facoltoso per Roberto Biondi nella doppia veste di allenatore e proprietario. Due successi diversi per come avvenuti gli ingaggi. Un impegno 'last minute' per Slapper mentre per montare Facoltoso Stefano è tornato in sella dopo soli 68 giorni dal giorno di un banale incidente (una caduta al tondino di San Rossore mentre stava per andare in pista per un galoppo di esercizio) che gli costò frattura di tibia e perone.

A causa di parecchie cadute in corsa, non ha un osso del corpo integro Stefano Landi che, però mantiene intatta la voglia di vincere.

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