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Corti: 'Difficoltà ad inquadrare eSports in una federazione ma serve'

04 giugno 2020 - 15:04

Stefano Corti, esperto di cinema e videogiochi, è intervenuto nel digital panel organizzato da Gioconews.it in collaborazione con Esportsmag.it.

Scritto da Ca

“Ho partecipato all’incontro di Losanna del Cio e per due anni ho lavorato con le federazioni e mi sono reso conto della complessità della materia. In Spagna hanno 28 leggi sugli esports, in Francia un paio e in Germania zero, come in Italia. Mettere insieme le federazioni era quasi impossibile e dopo due anni l’unione si è sfaldata. In ogni caso il problema non è chiudere gli esports in un recinto ma tutelare e aiutare i Publisher e gli stakeholders”. Stefano Corti, esperto di cinema e videogiochi,  ha parlato così nel corso del digital panel organizzato da Gioconews.it in collaborazione con Esportsmag.it,  "eSports: non solo gioco - I modelli di business emergenti nel settore degli eSports e prospettive di sviluppo”.

Qual è la situazione all’estero? “In America ci sono due federazioni, una degli Indiani d’America e puntano tutto sull’educazione perché preferiscono tenere i ragazzi a scuola a giocare agli esports piuttosto che mandarli per strada. Una grande opportunità di stare insieme e attraverso i tornei riavvicinarli ed è l’unica maniera per parlare coi ragazzi. Ho iniziato a lavorare con quella che doveva diventerà la federazione Usa. Ma sono considerate sempre più media company e non riescono a capire perché devono lavorare in un organismo diverso. Sono richiesti grossi investimenti e stanno creando mercati d’indotto al settore degli esports”.

Adesso qual è la situazione? “Sto collaborando col comitato promotore del Coni e dai primi incontri che ho avuto c’è difficoltà ad inserire esports in una federazione. Forse ce la facciamo ma con gli egames rischiamo di rimanere fuori e i veri investimenti che sono su questi ultimi”. 
Sul betting Corti concorda con Pagano “perché è più facile capire fenomeni di scommesse truccate rispetto agli sport tradizionali. La distinzione esports egames l’ho imparata dal Cio che non vuole avere niente a che fare con gli sparatutto, come li chiamano loro e a Losanna hanno fatto questa distinzione che effettivamente preoccupa”. 

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