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Erri De Luca, una storia straordinaria di fortuna

16 marzo 2017 - 11:17

Lo scrittore Erri De Luca chiede alla fortuna solo di poter perseguire le sue passioni.

Scritto da Francesca Mancosu

"Io mi sono fermato al flipper, ma mia madre giocava la schedina e puntava dei numeri sulla ruota di Napoli. Personalmente non gioco, non gratto, non concorro, evito di tirare la giacchetta alla fortuna che mi ha già concesso uno sfracello di doni e sarei uno svergognato a domandarne ancora". Comincia con queste parole il racconto che il giornalista, scrittore e poeta Erri De Luca fa di se stesso, mentre è in tour con 'La musica insieme', spettacolo teatrale che lo vede in scena insieme al sax jazz di Stefano Di Battista e alla voce di Nicky Nicolai.

"Il Canzoniere ha musicato una mia pagina in versi dal libro 'Solo andata' e da allora abbiamo iniziato un'amicizia. Salgo sul palco dei loro concerti per raccontare qualche storia tra una musica e l'altra. Si canta anche una canzone che ho scritto e musicato io", dice ancora De Luca, che in parallelo porta avanti le attività della Fondazione che porta il suo nome, creata nel 2011 con finalità culturali e sociali, e nuovi progetti, fra teatro, letteratura e architettura.
"Ho scritto per Alessandro Gassman la riduzione teatrale del mio racconto 'Il torto del soldato', che lui porterà in scena, e ora sto scrivendo un libro con il formidabile designer Alessandro Mendini, un signore di altri tempi".
La scrittura resta il suo grande amore, declinata attraverso orizzonti diversi, con incursioni nella narrativa, nella poesia e nella saggistica. "Mi sono tenuto compagnia con la scrittura già da ragazzo. La prima pubblicazione è arrivata parecchio più tardi, per caso più che per scelta (nel 1989, con il romanzo 'Non ora, non qui', Ndr). All'epoca facevo mestieri operai da dodici anni e ho continuato per altri 8".
Con un'altra, grande, passione coltivata per tutta la vita, quella per la montagna. "In montagna conosco la mia misura minima e insignificante nello spazio enorme che mi circonda. Nelle città siamo una schiacciante maggioranza del suolo, in montagna si torna minoranza dispersa su vaste superfici. È il giusto rapporto tra persona e terra, con il sentimento che non si sta in un luogo ospitale, non si è invitati, nemmeno garantiti da un salvacondotto. Si sta da intrusi sulla faccia verticale della terra e questo è un buon suggerimento. 'Conosci te stesso' era scritto sul frontone del tempio di Apollo a Delfi, per insegnare alla persona la sua taglia minuscola sulla soglia che introduceva alla divinità. La montagna impartisce lo stesso ammonimento".
Ma l'ultima riflessione di Erri De Luca è ancora per il gioco, 'rito' legato a doppio filo alla sua città natale. "Ho conosciuto a Napoli giocatori patologici che non avevano bisogno di videogiochi, allora inesistenti, per rovinare la vita alle loro famiglie. Esiste una smania di perdere, di autolesionismo camuffato da azzardo, sulla quale si fonda la fortuna dei biscazzieri, da Las Vegas in giù. Certo, la distribuzione capillare nei bar aumenta la clientela di chi si sporge sulla propria bancarotta. Ma il grattaevinci in vendita ovunque continua a rastrellare gli ultimi spiccioli di una folla già sotto la soglia della povertà. Non credo all'efficacia del proibizionismo. Preferisco uno Stato biscazziere che almeno può ricavare risorse per il suo bilancio dalla smania di sacrificio alla divinità fuorilegge e fuori statistica della Fortuna con la effe maiuscola".
 

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