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David Ebershoff: 'Le mille e una meraviglia dell'Italia'

17 gennaio 2019 - 10:45

Lo scrittore David Ebershoff, noto a livello mondiale per il suo 'The danish girl', trae ispirazione letteraria anche da un suo viaggio d'infanzia a Las Vegas.

Scritto da Anna Maria Rengo

 

Il suo nome, il suo volto gentile e sorridente, potrebbero forse essere poco noti ai più. Ma non certo il suo libro più famoso, “The danish girl”, da cui è stato tratto il film omonimo premiato anche agli Oscar 2016 e nel quale racconta, in forma romanzata, la vera storia di Einar Mogens Andreas Wegener, la prima persona nella storia a sottoporsi a un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale.

Quali circostanze ti hanno spinto a interessarti alla vicenda di Lili Elbe, al punto di volerne scrivere anche la sua storia da cui è stato tratto il celebre film? Ha contribuito il fatto che sua moglie Gerda fosse anche lei, come te, originaria di Pasadena?

Molti anni fa ho letto di Lili Elbe, una delle prime persone a sottoporsi a un intervento di conferma del genere. Ha fatto la transizione quasi un secolo fa e sono rimasto colpito dalla pioniera che è stata, da quanto coraggiosa doveva essere e quanto era avanti rispetto ai suoi tempi. Ma sono stato anche colpito dal fatto che sembrava piuttosto sconosciuta alla storia, che non aveva il posto giusto nella storia della comunità Lgbtq (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e senza etichette Ndr) . Così ho iniziato a imparare di più su di lei e poi a scrivere su di lei, e poi mi sono ritrovato a scrivere un romanzo che ho chiamato 'The Danish Girl'. Non avrei mai pensato che sarebbe stato pubblicato. Non avrei mai pensato che sarebbe stato letto in dozzine di lingue in tutto il mondo. E non avrei mai e poi mai pensato di vederlo trasformato in un film che avrebbe vinto un Academy Award. Tutto quello che pensavo era: chi era Lili? Dove ha trovato la sua forza? Come ha trovato il coraggio di essere se stessa?”.
 
 
Pensi che il “pregiudizio” nei confronti della comunità Lgbtq sia ormai definitivamente superato o che ci sia ancora da lavorare su questo fronte?
C'è ancora molto lavoro da fare per garantire l'uguaglianza per la comunità Lgbtq. Certamente ci sono stati grandi progressi, ma c'è ancora molto da fare. In molti posti del mondo essere apertamente gay rimane un marchio notevole, anche pericoloso. Ma per le persone transgender il marchio è anche peggio, e i pericoli sono ancora più alti. Persino nei paesi occidentali le persone transgender affrontano abitualmente molestie, ignoranza, pregiudizi, minacce di violenza e cure mediche inadeguate. Ma credo che ogni volta che viene raccontata una storia vengano fatti dei progressi e così, lentamente ma inevitabilmente, la giustizia arriverà”.
 
 
La tua produzione letteraria è numericamente esigua, come del resto quella di altri grandi scrittori come Jeffrey Eugenides e a differenza di altri “grandi” come Joyce Carol Oates. Senza generalizzare su “quanto” debba produrre uno scrittore, come nasce in te l'ispirazione per un nuovo libro?
Ho avuto un'altra carriera per venti anni - ho lavorato alla Random House come editore di libri, dove ho revisionato decine di scrittori. Quindi fino a poco tempo fa ciò assorbiva molto del mio tempo e dell'energia creativa. Ma sono anche uno scrittore lento. Vorrei che non fosse il caso, ma lo è. Nelle storie sono sempre alla ricerca di qualcosa che mi perseguiterà per diversi anni perché un libro richiede tanto tempo.”
 
 
Il gioco con vincita in denaro, in senso stretto o come metafora, ha mai ispirato qualche tua opera letteraria o potrebbe farlo?
Non so molto di gioco o scommesse. Nel mio nuovo romanzo ho una scena ambientata a Las Vegas, ispirata da un viaggio di una notte che ho fatto lì da bambino. Siamo stati al casinò & hotel Circus Circus e ricordo che tutto era rosa e bianco”.
 
 
 
Quali sono i tuoi prossimi progetti letterari?
Sto finendo ora un nuovo romanzo intitolato 'The Prodigies' e sto scrivendo per la televisione”.
 
 
Hai mai visitato l'Italia e che cosa ti è piaciuto di più o di meno?
È uno dei miei paesi preferiti da visitare. Per me è un paese che non si può mai conoscere appieno - c'è sempre un'altra regione da visitare, un'altra città da esplorare, un'altra chiesa in cui entrare per guardare l'arte e sentire le pietre fredde”.
 
 
LUI CHI E'?! - David Ebershoff, nato a Pasadena, in California, il 17 gennaio 1969 si racconta così sul suo sito: “Sono uno scrittore, un editore e un insegnante. I miei romanzi includono 'The Danish Girl', adattato in un film vincitore di un Oscar con i vincitori degli Academy Awards Eddie Redmayne e Alicia Vikander, e il bestseller 'The 19th Wife', che è stato adattato a film televisivo.
I miei libri sono stati tradotti in più di venticinque lingue e premiati dall'American Academy of Arts and Letters, dalla Lambda Literary Foundation e dall'American Library Association. La rivista Out mi ha inserito due volte nella sua lista annuale Out 100 di persone influenti Lgbt. Insegno nel programma di studi universitari alla Columbia University e fino a poco tempo fa ero redattore esecutivo della Random House. Come probabilmente si può dire, la mia vita è più o meno incentrata su storie e parole”.

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