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Tiziano Scarpa, il fascino letterario dei grandi giocatori

31 gennaio 2019 - 09:22

Tiziano Scarpa guarda a distanza casinò e sale slot e da veneziano doc sottolinea come la città chieda ai suoi abitanti di essere all'altezza, anche artisticamente.

Scritto da Anna Maria Rengo

Vissuto tra calli e campielli, la venezianità di Tiziano Scarpa è subito evidente. Nel suo modo garbato e colto di approcciare l'interlocutore, nei tanti rimandi alla “sua” città, di cui conosce alla perfezione i tesori e la storia, al momento di rispondere alle domande.

E cominciamo dunque il nostro colloquio, nell'ambito del festival “Giganti in collina” ospitato tra le mura ciclopiche di Amelia, in provincia di Terni, proprio dal suo rapporto con Venezia e del perchè essa ha dato e continua a dare i natali a tanti artisti, tra cui naturalmente annoverare Scarpa, vincitore del Premio Strega nel 2009 con “Stabat mater”.
Venezia è un concentrato di così tanti apici, architettonici, bibliotecari, musicali, che chiede ai suoi residenti di essere all'altezza. È un'eredità pesante, che va onorata. Innnanzitutto la sua bellezza va preservata, va tramandata e poi, se possibile, bisogna anche aggiungerne un pezzettino. Penso che sia per questo motivo che ha promosso tanti artisti e musicisti. Non è un caso che a Venezia siano nati Carlo Goldoni o tanti pittori rinascimentali. E poi la storia artistica è fatta anche di necessità: l'umidità di Venezia fa sfarinare gli affreschi e da questo problema è nata la soluzione: le grandi tele a olio, che si possono staccare dal muro e che hanno rappresentato la grande svolta pittorica del 1500. Un altro esempio? Antonio Vivaldi era maestro dell'orfanotrofio Pio Ospedale della Carità, che aveva bisogno di attrarre gente, e donazioni, attraverso belle musiche da suonare in chiesa. Dietro la bellezza della nostra città ci sono tante storie individuali”.
 
E tra le tante meraviglie di Venezia c'è anche Ca' Vendramin Calergi, storica dimora di Richard Wagner nei suoi ultimi e prolifici, musicalmente parlando, anni di vita, e oggi sede lagunare del Casinò...
“Certamente, anche se non sono un frequentatore di casinò. Li vedo come luoghi pericolosi, come una sorta di sabbia mobile che rischia di farti affondare, o anche come un cratere che potrebbe da un momento all'altro eruttare lava bollente. Tuttavia, sono un grande lettore di Fëdor Dostoevskij e di Tommaso Landolfi, e resto affascinato dai giocatori che popolano le loro opere. O vogliamo dimenticare lo stesso Mattia Pascal di Luigi Pirandello, le cui sorti sono determinate proprio da una giocata fortunata alla roulette?”.
 
Restiamo in tema di letteratura e di filosofia. Quale ruolo possono essere avere nella società moderna?
“Quanto alla filosofia non mi sbilancio più di tanto, visto che mi sto avventurando in un territorio che non è mio e sul quale posso solo dire che cosa mi aspetto in quanto lettore e ascoltatore: un uso della parola e del ragionamento che sia assoluto, libero, che sia governato dalla verità e non dalle circostanze o dall'opportunità. Sulla letteratura posso invece dire che consente a ciascuno, in quanto singolo, di dare un contributo alla collettività, attraverso un suo libro, una sua poesia o storia. Oggi, siamo circondati da 'agenzie' che ci danno contenuti: penso al cinema, alla pubblicità, all'informazione, Per fortuna che esiste la letteratura, che è individuale e che esiste da 2.500 anni! Anche se non ritengo che sia nata con Omero, ma con Archiloco, che racconta di gesta assai meno epiche ed eroiche, ma assai più individuali: 'Ho abbandonato il mio scudo in battaglia, e se ne è impossessato il nemico. Ma chi se ne frega? Io sono vivo'”.
 
LUI CHI E'?! - Tiziano Scarpa è nato a Venezia nel 1963. Tra i suoi libri, Occhi sulla graticola, Amore®, Venezia è un pesce, Cos'è questo fracasso?, Nelle galassie oggi come oggi (con Raul Montanari e Aldo Nove, Cosa voglio da te, Kamikaze d'Occidente, Corpo, Groppi d'amore nella scuraglia, Batticuore fuorilegge, Amami (con Massimo Giacon), Comuni mortali, Stabat Mater (premio Strega 2009), L'inseguitore, Discorso di una guida turistica di fronte al tramonto, Le cose fondamentali, La vita, non il mondo.

Dall'inizio degli anni Novanta a oggi ha scritto una quindicina di testi per la scena e per la radio, tutti rappresentati, fra cui: Comuni mortali, L'inseguitore, L'ultima casa, La custode, L'infinito. Nel 2013 ha pubblicato Lo show dei tuoi sogni, nel 2015 Il brevetto del geco. Del 2018 Il cipiglio del gufo e la raccolta di poesie Le nuvole e i soldi.

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