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L’Italia e il coronavirus: paura ma anche voglia di intrattenimento

10 aprile 2020 - 10:21

Un'indagine condotta da TradeLab rivela i desideri degli italiani in tempi di pandemia.

Scritto da Vincenzo Giacometti

 

Nonostante la preoccupazione generale per la situazione economica generale del paese provocata dal lockdown, gli italiani non vedono l'ora di tornare alle vecchie abitudini e alle tradizioni occasioni di svago e consumo. E' quanto emerge dall'ultima indagine realizzata da Metrica Ricerche per TradeLab, nel periodo racchiuso tra sabato 28 e lunedì 30 marzo 2020: in un contesto profondamente mutato sotto tutti i profili. Dopo l'esplosione dei dati relativi alla diffusione del contagio e alla mortalità, così come l’impatto al quale sono state sottoposte le strutture e il personale sanitario (ricoverati totali e in terapia intensiva) e le restrizioni dovute al distanziamento sociale si sono ormai irrigidite ed estese a tutto il Paese. Come era normale attendersi, nel periodo preso in esame è aumentata in modo significativo la preoccupazione sull’impatto economico che avrà l’emergenza sanitaria a livello nazionale rispetto alla precedente analisi condotta tre settimane prima (dal 77 all’84 percento della popolazione) e personale (dal 51 al 67 percento).

DAL RESTO A CASA AL FUORI CASA – Per quanto riguarda i consumi, tuttavia, dopo tanto “Stay At Home”, il popolo italiano vuole tornare alla normalità, secondo l'indagine, riscoprendo i valori del commercio di vicinato. Cominciano a risultare particolarmente sofferte le restrizioni governative sulla mobilità e ciò che manca di più agli italiani oggi (e che appena possibile si vuole ritrovare) sono le relazioni sociali nel lavoro e nello studio (53 percento della popolazione), fare sport (43 percento), e dedicarsi all'intrattenimento. Con il ritorno, per esempio, a teatro e al cinema (41 percento) e allo shopping (36 percento), che sembrano dominare i desideri. Il 52 percento delle persone – e in misura ancor più rilevante i giovani della Generazione Z (66 percento) – dichiara che, dopo la crisi sanitaria, tornerà a frequentare bar e ristoranti come prima. Ed è questo, forse, il dato che più interessa i gestori di attività pubbliche, compresi gli esercenti e gli operatori del gioco pubblico, tenendo conto del timore diffuso di una ricaduta anche in termini di frequentazione dei locali dopo la pandemia. Invece, secondo l'indagine di TradeLab, l'effetto non dovrebbe essere troppo accentuato.
In particolare, gli Italiani vogliono riprendere, appena sarà possibile, le loro frequentazioni di pizzerie (46 percento), bar (42 percento), ristoranti (28 percento) e gelaterie (22 percento). Cresce la propensione a effettuare acquisti online (in aumento per il 33 percento degli intervistati contro il 17 percento della indagine precedente), ma allo stesso tempo è stata riscoperto il valore dei negozi di vicinato (64 percento), sia dal punto di vista sociale (vivibilità del territorio), sia da quello della comodità del servizio di prossimità, non solo come vicinanza fisica del punto vendita al consumatore, ma anche come consegna a domicilio.
Chi sta soffrendo e rischia di soffrire maggiormente in futuro sono i centri commerciali: altra sede di intrattenimento, dove si trovano spesso sale giochi o Fec o, comunque, dove c'è sempre un'offerta di intrattenimento, specialmente attraverso attrazioni di Amusement. In questi ambienti, a fronte di un 37 percento di abituali frequentatori che non ridurrà la frequentazione di tali polarità commerciali, un altro 25 percento ritiene, al contrario, che potrà esserci una riduzione. Per tale motivo i centri commerciali dovranno intervenire anche in termini di innovazione della propria offerta, cosa che viene attesa da un terzo degli attuali frequentatori.
 
IMPATTO SU INFORMAZIONE – Altro dato interessante emerso dall'indagine riguarda l'informazione ai tempi del coronavirus. La maggioranza relativa degli Italiani (40 percento, che corrisponde +9 punti rispetto a tre settimane prima) apprezza le modalità di comunicazione delle Istituzioni. Migliora anche il giudizio sui media e in particolare si è sensibilmente ridotta la quota di popolazione più fortemente critica (che è passata dal 46 al 28 percento nelle due indagini), anche se permane ancora una divisione di opinioni. Per quanto riguarda i Social solo il 22 percento della popolazione (contro il 33 percento contrario) riconosce loro un ruolo positivo nel panorama dell’informazione sui temi dell’emergenza, facendo così crescere la consapevolezza circa l’esigenza di fonti attendibili e il più possibile oggettive da parte delle istituzioni (78 percento) e dei media rispetto ai quali si richiede senso di responsabilità e autodisciplina (68 percento).

NUOVA SOCIALITA' - Sul piano sociale si rinforza ulteriormente lo “spirito di squadra”. Nonostante si siano diradate le manifestazioni collettive di appartenenza che avevano caratterizzato i primi giorni di #iorestoacasa, lo spirito di squadra è ancora forte e in crescita sotto diversi aspetti: l’aumento del senso civico e di responsabilità (66 percento del campione; + 14 punti percentuali); la crescita del sentimento di solidarietà (60 percento; + 13) e l’orgoglio nazionale (54 percento; + 21). Nel complesso questi sentimenti sono un “capitale morale e sociale” sul quale fare leva per sviluppare strategie di rilancio economico e sulle quali provare a costruire nuove proposte in campo politico e sociale.

NUOVO PATTO PER LO SVILUPPO - Una crisi così profonda richiede per gli Italiani che tutti mettano a disposizione le proprie risorse, sia i principali attori nazionali come governo, grandi imprese, grandi banche (per il 72 percento; +12) sia i soggetti del tessuto economico-sociale a livello locale come medie imprese, associazioni territoriali di categoria (66 percento; +13). In particolare, si ritiene determinante il ruolo delle banche più vicine al territorio (57 percento dei cittadini) anche se sulla fiducia nei confronti di una facilitazione dell’accesso al credito la popolazione si divide. Interessante sottolineare come il nuovo patto per lo sviluppo del Paese possa puntare sulla stessa popolazione, visto che rispettivamente il 73 percento degli intervistati si dichiara disposto ad aumentare la propensione all’acquisto di prodotti italiani e il 66 percento a fare in futuro vacanze in Italia. Un'altra buona notizia sul fronte dell'intrattenimento, che riguarda, almeno, le offerte ricreative che si trovano nelle località turistiche italiane.
 

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