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Milano capitale d'Italia, per i giochi di carte e Pescatori è 4 volte campione del mondo di poker

28 ottobre 2020 - 14:37

Milano capitale dei giochi di carte? La storia passata e recente sembrano indicarlo e Max Pescatori, milanese, è 4 volte campione del mondo di poker. 

Scritto da Ca

Geograficamente innestate nella Mitteleuropa, la Lombardia e in particolare Milano, il suo capoluogo, sono da sempre state al centro degli scambi tra Sud e Nord Europa. Prima con i Visconti e poi con gli Sforza la città meneghina, già importante municipium latino durante l’impero romano, estese la sua influenza su gran parte del Nord e Centro Italia arrivando a minacciare i domini della Serenissima con la quale i regnanti milanesi combatterono una lunga guerra per il predominio nel Nord-est della Penisola.

Proprio questa vena espansionistica portò il capoluogo lombardo a intessere un’elaborata politica di scambi e alleanze con i più importanti regni europei influenzando e a sua volta assorbendo usi e costumi esteri.

Nel tempo il ducato visconteo si legò particolarmente con la Francia e nel corso del XIV secolo sviluppò solide alleanze con la famiglia reale e il ramo nobile dei Valois-Orleans. Successivamente nel XV e XVI secolo si venne a creare una forte alleanza con gli Asburgo traghettata dagli Sforza che seppero mantenere ottimi rapporti anche con la famiglia Reale d’Aragona.

Milano divenne così un polo d’attrazione per la nobiltà europea che qui discuteva importanti accordi politici e si trovava proiettata negli usi e i passatempi di corte. Uno dei più popolari era il gioco dei Triumphi e Milano ebbe da subito un ruolo rilevante nella diffusione dei giochi di carte in Europa.

Nel corso delle crociate i militi milanesi, al seguito di Ottone I Visconti, che portò in Terra Santa un contingente di 7000 armati per liberare Gerusalemme (i simboli araldici del comune il biscione e la bandiera crociata sono legati proprio a questa esperienza), strapparono ai mori come bottino di guerra anche alcuni mazzi di Naibi (la nomenclatura medievale delle carte da gioco di derivazione araba).

Questo tipo di intrattenimento arrivò dall’Oriente in città ed anche a corte i Visconti ebbero modo di approfondire il loro utilizzo commissionando agli artisti al loro servizio alcuni pregiati mazzi di carte per il gioco dei Triumphi derivato dai Naibi. Questo passatempo mescolava sapienza araldica e scienza alchemica attraverso l’utilizzo dei simboli presenti sulle carte.

Quando nel 1389 Valentina Visconti, la figlia di Gian Galeazzo duca di Milano, sposò Luigi di Turenna rinforzando l’alleanza della città meneghina con la nobiltà francese, nella dote per il novello sposo c’era anche un prezioso “mazzo di carte di Lombardia”.

Un dato che illustra l’influenza di Milano negli usi delle corti francesi. Nel frattempo la maestria nella creazione dei mazzi divenne sempre più elaborata raggiungendo apici artistici notevoli come dimostrano le fini illustrazioni dei Tarocchi Visconti di Modrone databili intorno alla seconda metà del ‘400 e oggi conservati nella biblioteca dell’università di Yale.

66 carte rifinite in lamina d’oro attribuite al pittore e miniatore italiano Michelino da Besozzo. Fra gli undici Trionfi conservati si distingue la Fortitudo (La Forza), una delle virtù teologali rappresentata da una donna coronata che regge le fauci di un leone ruggente, chiaro richiamo alla narrazione biblica di Sansone e il leone di Tamna. Notevole anche la carta dell’Amore dove viene trasmesso il rito della dextrarum iunctio, antico cerimoniale nuziale che vedrebbe rappresentato lo sposalizio tra Filippo Maria Visconti e Maria di Savoia.
Finemente elaborato anche il mazzo Brera Brambilla, oggi conservato nella Pinacoteca di Brera, che pare fu realizzato dal miniatore Bonifacio Bembo nel 1463 per volere di Francesco Sforza. Tra le 48 carte conservate restano solo due soli trionfi, l’Imperatore e la Ruota della Fortuna.

La Pinacoteca di Brera conserva anche il Sola-Busca, risalente alla metà del XV secolo, il più antico mazzo di tarocchi completo giunti sino ai nostri giorni, con 78 rappresentazioni tra triumphi e carte semplici nei quali è già possibile intravedere i classici semi italiani (denari, spade, bastoni e coppe).

Nel frattempo a Milano le carte si imposero anche come uno dei passatempi preferiti dal popolo. In  particolare nel medioevo ebbe larga diffusione il gioco dello Zarro, antesignano del poker, giocato nelle baraterie (locande dedicate al gioco d’azzardo) contro il quale vennero emanati nel corso del tempo ben due editti. Il primo risalente al 20 gennaio del 1418, porta la firma del Vicario di Provvisione di Milano e comminava una pena di florenos decem (dieci fiorini) per quanti avessero convinto giovani sotto i 20 a dedicarsi a questo turpe gioco, il secondo è del 1º dicembre del 1531 e fu redatto per volere del duca Francesco Sforza che emanò un documento volto a limitare il dilagare del gioco d’azzardo nelle baraterie e in particolare comminava pene severe ai giocatori di Zarro. Curiosamente il termine Zarro è rimasto in uso nel dialetto milanese divenendo sinonimo di tamarro o di giovane dai modi poco eleganti.

La passione dei milanesi per il gioco non è mai scemata e le carte milanesi o lombarde con i semi francesi (cuori, quadri, fiori e picche) ricordano ai contemporanei le liaison nobili del ducato con la Francia. Anche oggi, con la diffusione del poker online e dei casinò nel web, un recente sondaggio ha individuato Milano come capitale italiana di questo nuovo movimento di giocatori. Del resto negli ultimi anni la città meneghina ha sfornato numerosi talenti del tavolo verde, uno dei più celebri è Max Pescatori che vanta 4 braccialetti nei WSOP (le World Series of Poker) e il terzo miglior montepremi tra i professionisti italiani dell’Hold’em (dopo Dario Sammartino e Mustapha Kanit) con oltre 4 milioni di dollari vinti in carriera.

Tra gli astri emergenti del poker sportivo meneghino si segnala anche Antonio Barbato, vincitore di un braccialetto ICOOP nel 2015 con un montepremi di oltre 200mila dollari incassati in carriera. Luigi Andrea Shehadeh, 25enne di Canegrate, è invece senz’altro uno dei giovani più promettenti del circuito italiano, 31° nella Italy All Money List pubblicata da Hendon Mob, con oltre 900mila dollari incassati in carriera e diversi piazzamenti importanti, come il primo posto all’888Live Barcellona targato 18 maggio del 2017 dove riuscì ad imporsi al tavolo finale portando a casa un premio da 110.000 euro. La vincita più importante nella carriera di Shehadeh è datata 31 ottobre 2017 e avvenne all’IPO Main Event di campione d’Italia, dove “BananaSplit” (questo il nickname online del giovane grinder milanese) incassò ben 300mila euro.

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