skin

Gioco o serie tv? Alice in Borderland di Netflix è un survival game

17 dicembre 2020 - 17:49

Un survival game derivativo, la serie Netflix 'Alice in Borderland' incentrata su un genio proprio dei videogiochi imprigionato in una realtà dove si muore davvero giocando. 

Scritto da Gt

La serie giapponese di Netflix incentrata su un genio dei videogame imprigionato in una realtà dove chi gioca muore veramente è un survival game.  Ryohei Arisu è il protagonista di Alice in Borderland (in giapponese “Alice” – all’inglese – si traslittera “Arisu”), serie sui survival game trasposto dal manga omonimo di Haro Aso in una produzione originale di Netflix che dal suo debutto pochissimi giorni fa si è attestata nella Top Ten delle più viste sulla piattaforma on demand. L’Alice del titolo è un ventenne disoccupato che ha abbandonato l’università e trascorre le proprie giornate tra i videogiochi e le offese dei familiari che lo denigrano per la sua inettitudine.

Tuttavia, Arisu è un giovane dotato di intuizioni logiche superiori, talento che costituirà l’unica chance di sopravvivenza per lui e per i suoi migliori amici – il timido, sottomesso e religioso Chota e il ribelle, impulsivo e aggressivo Karube – quando si ritroveranno inspiegabilmente catapultati da un bagno pubblico della stazione di Shibuya in una Tokyo deserta dove sono costretti a partecipare a giochi mortali assieme ad altri sventurati.

Alice in Borderland, come spiega Wired, segue il trio di amici e compagni di gioco mentre affronta prove diverse sempre più articolate e pericolose. A ogni livello corrisponde una carta da gioco che ne identifica tipologia e difficoltà: per sopravvivere a una prova serve l’intelligenza, a un’altra l’agilità, a un’altra ancora il lavoro di gruppo; le più crudeli e terrificanti sono quelle che mettono alla prova la stabilità emotiva dei partecipanti. Tra una prova e l’altra, i sopravvissuti possono godersi la pace oppure cercare una risposta al loro destino e capire se sono vittime di una cospirazione, cavie di un esperimento virtuale, pedine di un giro di scommesse perverso o prigionieri della propria follia.

Di otto episodi che compongono la prima stagione, solo metà seguono ligiamente le dinamiche del survival game: la seconda parte – l’arco narrativo della Spiaggia – è ambientato tra una comunità di giocatori le cui dinamiche sociali ricalcano quelle dei sopravvissuti all’apocalisse zombie di The Walking Dead, sviluppandosi intorno alla disamina di una cultura, quella nipponica, che fa della collettività e del sacrificio del singolo per il benessere del gruppo il proprio punto di forza.

Altri articoli su

Articoli correlati