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Nel nuovo Stato autonomo di Aldo Poncini investiranno anche casinò e imprese di gioco

27 gennaio 2022 - 15:22

Come l'Isola delle Rose, Aldo Poncini vuole aprire uno Stato autonomo in acque internazionali dove investiranno anche società di gioco e casinò.

Scritto da Gt
Nel nuovo Stato autonomo di Aldo Poncini investiranno anche casinò e imprese di gioco

Chi avrà ripercorso la meravigliosa storia dell’Isola delle Rose con Elio Germano protagonista nel film prodotto da Netflix già sa di cosa parleremo. Chi non l’ha visto e non conosce neanche la storia dell’ingegnere Giorgio Rosa che nel ’68 fondo uno Stato autonomo su una palafitta che aveva costruito abusivamente nel tratto di mare davanti a Rimini, legga bene cosa stiamo per raccontare. E che non ha un lieto fine, probabilmente e anche se deve ancora iniziare, visto che la famosa piattaforma fu abbattuta senza troppe chiacchiere dalla Marina militare dopo la dichiarazione di indipendenza e qualche trattativa, perfino in Europa, per chiudere la questione alla buona.

A riprovarci è Aldo Francesco III, al secolo Aldo Poncini, investigatore privato e sindacalista piemontese che si è messo in testa di sfidare il diritto internazionale e aggiungere una bandiera al bizzarro atlante delle micronazioni. La nuova isola si chiamerà Atlantida (ma la quasi omonima città non era sommersa?) e potrebbe sorgere al largo della Sardegna, nelle acque internazionali che la separano dalle Baleari.

Come analizzava il Tempo qualche giorno fa, siamo ben oltre il sovranismo. Si tratta di mini-stati autoproclamati proprio come la Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose. O come Sealand, analogo esperimento in acque britanniche nato con l’occupazione di una piattaforma abbandonata per mettere su una radio pirata. La micronazione è arrivata fino a oggi, anche se più come fenomeno folkloristico che utopia di indipendenza (con 36 euro e 99 centesimi è possibile acquistare su internet il titolo di barone). La Gran Bretagna non l’ha osteggiata più di tanto, e nessuna nazione l’ha riconosciuta. 

Ma che obiettivo vuole raggiungere Aldo Francesco III? “Il 21 marzo ci sarà l’atto costitutivo, istituiremo a Torino la nostra ambasciata e un consolato onorario che comprenderà altre 28 micronazioni che sostengono Atlantida”. Insomma si fa sul serio. Nella lista figurano secessionisti romeni, fantomatici ordini di ispirazione templare e fattorie autarchiche dell’America rurale, tutti accomunati dall’ossessione dell’indipendenza a tutti costi.

Ma cosa c’entriamo noi di Gioconewsplayer? C’entriamo eccome visto che “il Principato di Atlantida sorgerà in acque internazionali (7.30° Est-40° Nord le coordinate del punto scelto, ndr) su un paio di navi che abbiamo già individuato. Ci sono aziende legate al gioco, di cui non posso fare il nome, pronte a investire milioni. Stiamo finalizzando i contratti. Che ci guadagnano? Avranno la possibilità di creare navi casinò senza pagare le tasse. Ma vogliamo attirare anche enti di ricerca per allestire laboratori medici galleggianti”, spiega l’ex poliziotto di Scurzolengo, nell’Astigiano, oggi detective e capo di un piccolo sindacato. 

Si sa, anche le navi da crociera possono giocare d’azzardo quando solcano le acque internazionali e si attivano le licenze per raccogliere gambling. E quando si potrà fare le prime puntate? “Metteremo su la nostra città galleggiante con casinò e navi ospedali in un paio d’anni. Come ha detto Kissinger, le cose si fanno passo dopo passo… Ci sarà anche la possibilità di chiedere la cittadinanza”.

Ma l’area non è di Poncini che parla di usucapione, istituto di diritto privato che, però, vale su proprietà private, appunto. Ma Aldo Francesco terzo assicura di “conoscere bene le leggi, so come fermarmi prima del burrone. È una lotta per la libertà”.
E come conclude l’articolista de Il Tempo, “a prescindere dal sovrano più o meno ”contumace”, la domanda è: c’è una possibilità, anche remota, che il progetto di realizzare uno stato-Casinò davanti alla Sardegna, con i turisti che arrivano in barca per giocare a baccarat come in una puntata dei Simpson, vada a buon fine? Davvero basta piazzarsi in acque internazionali per fondare una nazione di diritto?”. Domande retoriche o che hanno una risposta? Staremo a vedere. 

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