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Texas hold’em, abilità o fortuna?

02 novembre 2013 - 06:16

Dedichiamo questa lezione di gioco al vero fenomeno di questi ultimi anni: il Texas Hold’em. Per prima cosa pare opportuno un breve accenno alle sue origini che, comunque, sono meno recenti di quanto si possa pensare.

Scritto da Marco Fiore
Texas hold’em, abilità o fortuna?

 

LA NASCITA DEL GIOCO - La sua denominazione già dice molto della sua storia, siamo agli inizi del ‘900, da quanto riportano atti legislativi dello stato del Texas, in particolare, nella città di Robstown che, per l’appunto, dà i natali al nuovo gioco. Dal Texas, dove diventa sempre più popolare, approda nella mitica Las Vegas nel 1967, grazie ad un gruppo di appassionati giocatori d'azzardo. Uno dei motivi del suo successo risiede certamente nel fatto che nel Texas Hold’em si può puntare più volte rispetto al Poker tradizionale, il che consente di creare interessanti strategie di gioco. Un solo Casinò, lo storico Golden Nugget, tra i primi (1946) che hanno aperto i battenti nella capitale dell’azzardo, offre all’inizio la possibilità di giocare a Texas Hold'em, ma progressivamente, in conseguenza della crescente richiesta dei giocatori professionisti il gioco si è diffuso ovunque. Il primo torneo di Hold'em si tiene nel 1969, poi nascono, nel 1970, le cosiddette World Series of Poker, dagli otto giocatori che presero parte al Torneo nel 1972, si passa ad oltre duecento nel 1991, oggi superano abbondantemente il migliaio ad ogni edizione. Una ricca letteratura fiorisce, proprio a partire dagli anni ’90, sull’onda del crescente gradimento conquistato dall’Hold’em, mettendo a disposizione di neofiti e appassionati le migliori strategie di gioco.

LE DUE CORRENTI DI PENSIERO - Non è questa la sede per analizzarle, certamente sono individuabili due grandi correnti di pensiero, una che propende per un approccio al tavolo da gioco caratterizzato dall’attesa, dalla difesa dello ‘stack’, la dotazione di chip (fiches) distribuite ad ogni giocatori iscritto al Torneo, l’altro che invece consiglia massima aggressività. Tutti però, giocatori e addetti ai lavori, concordano sul fatto che sono tre le doti principali che il giocatore deve affinare per ottenere dei risultati al gioco: psicologia, quindi studio approfondito dell’avversario, fortuna, che non guasta mai, strategia, per l’appunto, quindi la migliore condotta di gioco per difendere lo stack fino agli ultimi livelli di gioco, scanditi dal tempo imposto dal Direttore del Torneo. Calibrare in modo corretto, durante la partita, queste tre componenti può fare la differenza.

LA POPOLARITA’ A LIVELLO MONDIALE - Negli ultimi anni il Texas Hold'em si è reso protagonista di una larga diffusione su scala mondiale, complice la copertura televisiva assicurata ai Tornei più importanti, oltre che in conseguenza della possibilità di giocare on-line, gratuitamente, quindi di avere accesso alla cosiddetta fase di apprendimento in modo facile e assolutamente riservato. Di fatto oggi i giocatori di Hold’em rappresentano una vera comunità, in contatto costante sui cosiddetti Social media, i blog in primis, sui quali vengono narrate le gesta dei giocatori professionisti e raccontate le partite ‘mani’ più emozionanti. Per scoprire come affrontare il gioco, vi diamo appuntamento alla prossima lezione, nell’attesa potete andare curiosare nell’area riservata al Texas Hold’em sul sito del gioco on-line del Casino de la Vallée www.casinosaintvincent.it .

L’AUTORE – Marco Fiore è direttore commerciale del Casinò di Saint Vincent

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