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Nasce Draftasy, il fantavintage tra Dfs e virtual che fa rivivere la storia del calcio

03 giugno 2020 - 13:13

Nasce Draftasy, il fantavintage creato dall'esperienza pluriennale di Alessandro Ruta, giornalista, scrittore ed esperto di gaming: ecco come si gioca. 

Scritto da Cesare Antonini

“Ho messo tutto insieme, il mio pregresso lavorativo in Gazzetta dello Sport, il Fantacalcio ma, ovviamente, prima di tutto la passione per il calcio. Poi sono finito al poker, nei giochi, dove ho conosciuto tantissime persone che mi mancano tantissimo e poi sono passato a Fantasfida, nei Daily Fantasy Sport. Ho pensato a come fare un fantacalcio e un fantasy sport che potesse durare 365 giorni l’anno grazie ai campionati di calcio già giocati ed ecco Draftasy.it”. Parole e opere di Alessandro “Boa” Ruta, giornalista e scrittore di sport, c’ha presentato uno dei suoi sogni messi prima su carta poi su vari documenti e, dopo 4 anni, l’accelerazione decisiva per andare online in queste settimane: “Uno dei meriti del Covid-19 visto che a febbraio eravamo incerti e in un mese, invece, abbiamo fatto tutto. Ma il processo è stato lungo e due anni fa poteva già essere chiuso visto che c’era una società italiana intenzionata ad investire con noi ma il Dl Dignità c’ha bloccato”. Niente Miracolo Italiano, quindi, giusto per avviare una serie di citazioni che con l’amico Boa ci accompagnano nella vita quotidiana tra film, sport, tv trash e letteratura. 

Parliamo ancora del concept, però: “Con Fantasfida ho capito i problemi dei Dfs in Italia: c’erano troppi tempi morti e mancava l’utenza. Quindi mi sono scervellato su come avere più gioco e così ho pensato, ma perché non utilizziamo campionati già giocati? Il passato, poi, non doveva essere per forza di 30-40 anni fa ma anche dell’altro ieri. Il mio amico e co founder è un mago di Excel e ci siamo messi a lavorare”. 

Prima di addentrarci nel processo di creazione, come spiegheresti Draftasy ad un utente? “I tornei sono basati su dei campionati già giocati, l’anno del triplete dell’Inter, il campionato 2001-2002, l’anno dello Scudetto della Roma o della Lazio. Ogni player ha 250 fantamilioni (300 per i deepstack, 200 per lo shortstack)  e può fare la formazione scegliendo dalle liste come se fosse un fantacalcio di oggi e poi si gioca il torneo. Il gioco è un po’ Bingo, un po’ poker ma anche Dfs e ci fa rivivere delle storie di tanti anni fa ma anche il campionato dello scorso anno o quello in cui Higuain fa 36 gol, per esempio”.

Ecco, chiediamo a Ruta, quindi è facile sto gioco? Cioè prendi Ronaldo il Fenomeno, Totti, tutta la Juve o Higuain e hai vinto!? “Quello che fa la differenza e che spingerà gli utenti a studiare i nostri contenuti realizzati sul sito o in giro per il web, è che il Montella che fece poker di gol in un derby non è detto che li realizzi in quella giornata. I giocatori diventano delle vere e proprie ruote del lotto, dei rulli di una slot. Così quando parte il torneo si procede all’estrazione dei giocatori e il sistema randomizza le prestazioni dei players. Quindi potresti pescare la giornata che Montella fa 4 gol o quella che non ha giocato. O magari quelle rare partite che in quella stagione Higuain non segnò”. 

C’abbiamo giocato (e abbiamo subito vinto) e in effetti Draftasy va provato per capire il suo fascino e che l’elemento randomico aumenta sì la componente aleatoria ma quest’ultima si può abbattere con la propria competenza, i propri ricordi e lo studio reso possibile dalle info disponibili sul sito e in rete. Ad esempio noi nel primo match abbiamo scelto Fabian O’Neill, trequartista di qualità del Cagliari, e abbiamo pescato la giornata che fece doppietta! E anche Marco Delvecchio in gol. 

“Puoi anche rischierare la formazione che avevi quell’anno al Fantacalcio o basarti sulle tue conoscenze - prosegue Ruta - in generale più competenze hai e più parti avvantaggiato. Ma non è scontato vincere proprio per l’estrazione randomica di tutti i giocatori e per ogni giocatore la giornata sarà differente”. 

Un lavoro mastodontico che solo uno con le conoscenze calcistiche di Alessandro poteva mettere in rete così: “Ci siamo anche riguardati alcune partite per assegnare gli assist, i punti e ricostruire qualche dato che mancava. Sul sito ci sono le storie dei campionati e le squadre tipo dell’epoca e anche i tabellini di tutti i match. Il web c’ha aiutato tantissimo, c’è tutto ma il lavoro è stato durissimo”. 

Il gioco è adesso è totalmente gratuito giusto? Come sta procedendo? “Sì per ora siamo free, dobbiamo farci conoscere e carichiamo pochi tornei al giorno anche se inizia ad esserci maggiore richiesta. Io sono convinto che il gioco può avere successo e, come detto, prima di Digital Bros c’era già un’altra società che voleva investirci. Ma prima di passare eventualmente ad una versione a pagamento me fu per i Dfs, vogliamo capire se acchiappa”, e spunta la citazione alla Jerry Calà. 

Da esperti del settore ci sembra di capire che il gioco è molto simile anche ad un virtual che si basa su partite e corse già svolte: “Sì, assolutamente, infatti non temiamo neanche il ritorno dei campionati di calcio visto che nei tempi morti è un gioco che riempi benissimo”. 

Oltre alla fase for money potrebbe esserci anche lo sviluppo dal vivo: “Era in programma un circuito live con postazioni dove poter giocare, magari in una sala giochi o sala bingo. C’è da costruire uno show intorno col presentatore, il palco, la platea un po’ come lo spettacolo dei draft americani di Nba o Nfl. Intanto la prossima idea è quella di iniziare a mettere in palio bonus su siti di qualsiasi tipo o buoni sconto o spesa o premi in natura”. 
 
Qualche suggerimento a chi si avvicinerà? “Studiate e cercate di puntare sui giocatori più regolari ma divertitevi. Un ragazzo che non l’ha neanche mai visto giocare potrebbe mettere in squadra Maradona o Falcao o Platini, tutti i campioni della storia d’Italia. Ad esempio se prendere Paolo Rossi nel Mondiale dell’82 dovrete ricordare che segnò la tripletta storia ma in molte partite rischiate di prendere pochissimi punti. Potrebbe anche non aver giocato nell’estrazione del sistema e lì non si prende quasi niente”. 
 
Soddisfatto della tua creatura di cui ci hai parlato già diverso tempo fa? “Io penso che non esista un gioco così e i feedback che arrivano (anche il nostro!, ndr) sono davvero molto buoni. Però non voglio che diventi un gioco troppo nostalgico come la musica balcanica che è è bella, sì, ma dopo un po’ rompe i…”. Elio approverebbe. E anche noi. Forza Boa!

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