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Sbordoni: “Non cambia il sistema, ma le regole”

29 febbraio 2012 - 09:11

Due sentenze, quella della Corte di Giustizia Ue sul caso Costa-Cifone nel settore scommesse e quello della Corte dei Conti sulle maxi penali new slot, hanno letteralmente 'sconvolto' il settore del gioco pubblico in queste ultime settimane. Cominciamo dalla dichiarazione della Corte di Giustizia Ue, di cui si è parlato a lungo. Cosa cambierà nel settore delle scommesse, per i concessionari e non? A rispondere è il legale esperto di gioco, Stefano Sbordoni che sottolinea: Il sistema non cambierà, le regole in parte si. Sarà necessario rivedere gli assetti del mercato e calmare gli spiriti bollenti sia dentro che fuori al sistema. Tralascio i commenti tecnico-giuridici sulla sentenza Costa Cifone, ma ve ne sono da fare in abbondanza.

Scritto da Ac

E' necessario (e sarebbe sufficiente) un intervento di carattere legislativo, a suo giudizio, per tutelare gli operatori con regolare concessione? Se si, di che tipo? "E' assolutamente necessario - continua Sbordoni - un intervento legislativo di razionalizzazione, ma oggi - in tempi di caccia alle streghe per i giochi e annessi - non sembrano esserci le condizioni. Il tempo per agire però è adesso: persa l'occasione, sarà il caos a dominare".
Altro caso di notevole impatto è la pronuncia della Corte dei Conti sulle penali ai concessionari new slot: una richiesta secondo molti sproporzionata. Quale il suo giudizio e quale l'impatto sulla filiera?
"Ho la sensazione - aggiunge l'avvocato - che ancora una volta ci si sia fatti condizionare da una certa politica da tabloid, piuttosto che cercare la ratio che ha originato le norme così integralisticamente applicate. Mi verrebbe da chiedere, ma allora chi deve pagare i mancati controlli sugli apparecchi da intrattenimento nei trent'anni precedenti all'assegnazione delle concessioni di rete? Immaginate - con i criteri della Corte dei Conti - a quanto ammonterebbero".
Tornando alle scommesse: il 2012 potrebbe essere, almeno sulla carta, l'anno del betting exchange. Un prodotto particolarmente delicato dal punto di vista della regolamentazione. Secondo lei sono effettivamente maturi i tempi? E,  soprattutto, si sta andando verso la liquidità internazionale?
"Sul betting Exchange, prodotto che apprezzo, ritengo sia richiesta una maturità che né il mercato, né il legislatore e tantomeno la filiera dello sport, hanno mostrato di avere. Sono contrario però al proibizionismo, che porta solo ad eccessi pericolosi e poco controllabili. Vedremo cosa sfornerà il regolatore. La liquidità internazionale, poi, è un problema di compensazioni fiscali tra stati e di valutazioni imprenditoriali da parte degli operatori", conclude Sbordoni.

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