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Serie A al via (13 o 20 giugno) ma quanti problemi tra protocolli, Sky e scommesse

25 maggio 2020 - 08:11

La ripresa della Serie A potrebbe accadere il 13 o il 20 giugno ma c'è ancora tanto lavoro da fare e i problemi potrebbero non essere finiti. 

Scritto da Cesare Antonini

Due date possibili per la ripresa della Serie A, 13 o 20 giugno, ma si decide giovedì. Poi l’idea di trasmettere in chiaro almeno con diretta gol, tutte le partite per evitare assembramenti nei bar e nei locali che potrebbero trasmettere le partite. E l’attesa è anche per la riapertura delle sale scommesse, dove giocare anche live, ancora chiuse nonostante il Governo punti proprio sul betting per fare cassa avendo alzato dello 0,5% il prelievo sulla raccolta totale azzoppando clamorosamente le società del settore. 

ATTO FINALE - Giovedì prossimo il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora riceverà i vertici di Lega e Federcalcio per decidere definitivamente (si spera per mettere fine a questa telenovela-stillicidio), alla ripartenza della Serie A. Due date possibili, 13 o 20 giugno che chiuderebbero il cerchio del lavoro lungo ed estenuante dei club, della Lega e dei medici per studiare dei protocolli di sicurezza che potessero allinearsi alle direttive del Comitato Tecnico Scientifico che indirizza il Governo per gestire l’emergenza sanitaria. 

PROTOCOLLI POSSIBILI? - “Il documento richiama quanto attualmente già previsto dal protocollo allenamenti” sul principio per cui un caso di positività comporta la quarantena di 14 giorni per l’intero gruppo squadra. Lo prevedono i decreti, però Lega e Figc sperano che nelle prossime settimane un miglioramento della curva dei contagi porti il Governo a rivedere la previsione normativa. Senza l’auspicato aggiornamento, si annuncia un’impresa portare a termine 12 giornate e mezza residue. C’è chi ha scritto che questi controlli rischiano di essere quasi maniacali. 

Al momento il tampone è previsto ogni 4 giorni, il test sierologico ogni 14, ma per iniziare a giocare il calendario dei controlli andrà adeguato per non effettuarli nella giornata della partita. Non è escluso che vengano adottati test rapidi, in grado di fornire risultati in pochi minuti, se verranno validati dal ministero della Salute. La curva epidemiologica è cruciale anche per capire se e quando si apriranno i viaggi fra le regioni. Gli occhi sono puntati soprattutto sulla Lombardia: in caso di chiusura, saranno necessarie delle deroghe per le squadre.

A fianco al protocollo medico elaborato dalla commissione medico scientifica federale, c’è quello organizzativo della Lega. Le squadre in strada si muoveranno in corteo, con almeno due pullman e altri mezzi, per mantenere le distanze, e arriveranno scaglionate allo stadio, dopo gli arbitri. Non attraverseranno insieme il tunnel degli spogliatoi, non si stringeranno le mani né saranno accompagnati dai bambini in campo. Vietate mascotte e foto di squadra. Proibito anche avvicinarsi a meno di un metro e mezzo dagli arbitri.

Nello stadio sono concesse massimo 300 persone. Verranno allestiti spogliatoi diversi per titolari e riserve, che si accomoderanno su panchine ampliate utilizzando parti della tribuna. Intorno al campo ci saranno solo 4 raccattapalle, in tribuna stampa massimo 10 giornalisti più altrettanto personale per le emittenti tv. In conferenza stampa avranno accesso solo le tv titolari dei diritti, le domande degli altri giornalisti saranno raccolte tramite Whatsapp dagli uffici comunicazione dei club. Alla Lega sanno che il calcio professionistico sarà sotto l’esame dell’opinione pubblica e per questo si chiede a tutti una “condotta esemplare per misure igieniche e di isolamento”.

SKY PER TUTTI - Faranno discutere anche le ultime esternazioni del ministro sempre in tv e sul web e sui giornali con raffiche di dichiarazioni e posizioni all’insegna del condizionale. Ora si pensa addirittura al modello Germania, finora osteggiato, rischiando di creare altri problemi all’ennesima impresa privata. Stavolta Sky potrebbe dover aprire i suoi canali e far vedere a tutti le partite ignorando abbonamenti pagati dai clienti salatamente per un ottimo servizio e il tutto per evitare assembramenti quando le regole del Governo parlano già chiaro per gli ingressi contingentati in bar e locali pubblici: 

"Molti in questi giorni mi hanno chiesto di far riferimento al modello tedesco, con Sky che ha trovato un accordo per la trasmissione in chiaro di una diretta gol. In questo modo, nel rispetto dell'abbonamento, tutti potranno vedere almeno le reti. Dobbiamo pensarci assolutamente anche in Italia, perché questo servirebbe ad evitare assembramenti in luoghi pubblici e in bar qualora riprendesse il campionato e visto che i tifosi non potranno andare allo stadio". Lo ha dichiarato il ministro intervenuto ai microfoni del Tg3. "Sono disponibile come Governo a mettere, nello stesso provvedimento per la ripresa del campionato, anche le norme che serviranno per avere quel rispetto verso i tifosi consentendo la diretta gol" ha aggiunto Spadafora. 

E LE SCOMMESSE? - Per ora si può puntare, ma solo online. Appare un grande controsenso (ma va?) la norma del Dl Rilancio che inasprisce senza logica la tassazione sulle scommesse sportive aumentando dello 0,5% non sul margine (giocato-vinto) ma sulla raccolta totale, guastando irrimediabilmente i conti dei bookmaker e danneggiando anche gli scommettitori che poi dirotteranno facilmente verso i siti illegali. Già lo fanno in tanti figuriamoci dopo. Quindi che senso avrebbe continuare a tenere chiuso il gioco terrestre se ripartirà il campionato di calcio che, si sa, monopolizza ancora i volumi del betting d’Italia nonostante l’offerta sia cresciuta tantissimo a livello di diversificazione di prodotto in questi anni? Rispondere a queste domande sembra sempre più complesso a patto che non si inizi a pensare male. 

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