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Bimba israeliana esclusa dai Mondiali di scacchi, Pd: 'Governo intervenga'

31 luglio 2018 - 09:04

Alcuni deputati del Pd chiedono al Governo italiano di intervenire per bambina di 7 anni esclusa dal campionato mondiale di scacchi in programma in Tunisia perché israeliana.

Scritto da Redazione
Bimba israeliana esclusa dai Mondiali di scacchi, Pd: 'Governo intervenga'


La mancata partecipazione al campionato mondiale di scacchi in programma in Tunisia a settembre di una campionessa di scacchi di 7 anni, di nazionalità israeliana è diventato un "caso politico".

L'esclusione della bambina, Liel Levitan, in quanto il Paese organizzatore non consente l'ingresso agli israeliani nel territorio nazionale, ha infatti mosso i deputati Emanuele Fiano, Lia Quartapelle Procopio e Piero Fassino (Pd) a rivolgere un'interrogazione al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale.

"La Tunisia, come la maggior parte dei Paesi arabi e mediorientali, non ha — ufficialmente — rapporti con Israele; questo non è il primo caso del genere, a causa dell’ostilità nei confronti dello Stato ebraico anche in ambito sportivo; i giocatori di scacchi israeliani sono stati anche banditi dai campionati del mondo di King Salman World Rapid e Blitz in Arabia Saudita nel 2017. Questo boicottaggio 'sportivo-politico', oltre a costituire l’ennesimo ostacolo per la proficua ripresa del confronto diplomatico internazionale sulla vicenda israelo-palestinese, rappresenta un vero e proprio atto di discriminazione razziale e antisemita ai danni di sportivi e in particolare, in questo caso, di una bambina", ricordano i deputati.


Gli esponenti del Pd quindi chiedono "se il Governo non ritenga di attivarsi con la massima sollecitudine presso le competenti sedi dell’Unione europea e nei rapporti bilaterali con la Tunisia per promuovere la partecipazione degli atleti di tutte le nazionalità alla manifestazione sportiva di cui sopra e testimoniare l’indignazione del Governo italiano a quello che appare agli interroganti una forma di boicottaggio discriminatorio".

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