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Tomodachi Life, Nintendo dice no ai matrimoni gay

12 maggio 2014 - 16:15

Nintendo dice no alle unioni omosessuali all’interno di Tomodachi Life, una sorta di simulatore che permette ai personaggi creati dall’utente di vivere qualcosa di molto simile a una vita reale, quindi nascendo, crescendo, facendo shopping, innamorandosi e sposandosi. Ma solo, quest’ultima attività, se non si è gay!

Scritto da Gt
Tomodachi Life, Nintendo dice no ai matrimoni gay

Come racconta la Bbc, la questione è balzata agli onori delle cronache, suscitando dibattito e polemiche, dopo che Tye Marini, un 23enne dell’Arizona fan del gioco di Nintendo, ha scoperto che il suo avatar non poteva sposarsi con il suo fidanzato virtuale. Marini è omosessuale, e considera la mancanza di questa opzione di gioco una discriminazione a tutti gli effetti. Per questo ha lanciato una campagna con l’hashtag #Miiquality (Mii è il nome generico dei personaggi di Tomodachi Life), chiedendo a Nintendo di abilitare gli utenti a far sposare tutti i propri personaggi, anche quelli omosessuali.

 

LA REPLICA DI NINTENDO – Il produttore di videogiochi ha replicato affermando che Tomodachi Life non è stato pensato per essere un megafono delle questioni sociali e ribadendo che “le opzioni di relazione presenti nel gioco rappresentano un mondo alternativo con carattere ludico, piuttosto che una simulazione di vita reale”e che la possibilità dei matrimoni tra personaggi dello stesso sesso non era stata contemplata dall’ideatore del gioco. “Ci auguriamo – conclude il comunicato – che tutti i fan di Tomodachi Life comprendano che si tratti di un gioco stravagante e non di uno strumento di critica sociale”.

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