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Credito di imposta per sviluppatori di videogiochi: presentata risoluzioni alla Camera

10 luglio 2014 - 08:26

Valutare “l’opportunità di introdurre un credito d’imposta ai fini delle imposte sui redditi alle imprese operanti nel territorio italiano nella produzione e nella distribuzione nazionale di software video ludico allo scopo di incentivarne lo sviluppo e di favorire gli investimenti del settore video ludico”. Lo chiede in una risoluzione il deputato di Forza Italia, Antonio Palmieri, da sempre attento al tema dei videogiochi.

Scritto da Sara
Credito di imposta per sviluppatori di videogiochi: presentata risoluzioni alla Camera

 

I DETTAGLI - In una risoluzione presentata alla Camera sottolinea: “il decreto in conversione recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo, all’articolo 6 reca misure urgenti per attrarre investimenti in Italia nel settore della produzione cinematografica e audiovisiva; nonostante la crisi economica, il mercato dei videogiochi è uno dei settori dell’industria dell’intrattenimento che ha conosciuto il maggiore sviluppo negli ultimi anni, con importanti ricadute sul fronte economico, sociale e culturale. Il suo valore si attesta oggi intorno ai 60 miliardi di euro a livello internazionale con un tasso medio annuo di crescita dell’11,4 percento fino al 2011 e si stima possa registrare un’ulteriore crescita annua del 6,4 per cento fino al 2015. L’Italia rappresenta il quinto mercato in Europa dal punto di vista dei consumi, ma è ancora un mercato di nicchia, nello scenario competitivo internazionale, per quanto riguarda invece la produzione; il primo censimento realizzato da Aesvi (Associazione editori sviluppatori videogiochi italiani) nel 2012 in collaborazione con il Centro di ricerca Ask dell’Università Bocconi ha, infatti, evidenziato la presenza di circa 80 studi di sviluppo di videogiochi in Italia. Si tratta di uno scenario ancora in una fase di sviluppo e caratterizzato dalla presenza di imprenditori di giovane età (oltre il 30 percento sotto i 30 anni) e di formazione prevalentemente tecnica e scientifica, i cui videogiochi sviluppati in Italia vengono distribuiti in tutto il mondo; a testimonianza del crescente fermento nel settore, a partire dal prossimo anno accademico, l’Università statale di Milano istituirà un percorso di studi dedicato esclusivamente allo sviluppo di videogiochi nell’ambito del corso di laurea magistrale in informatica. Il percorso comprenderà una serie di insegnamenti focalizzati sullo sviluppo di videogiochi e una serie di insegnamenti più generali necessari a conferire le conoscenze di base richieste per diventare uno sviluppatore; lo scenario italiano, pur essendo fortemente in crescita, si misura ancora con difficoltà nel confronto con i sistemi paese di riferimento per lo sviluppo di videogiochi a livello internazionale (es. Canada, Svezia, Irlanda, Finlandia) che si caratterizzano per la presenza di un numero più ampio di aziende di maggiori dimensioni. I Paesi sopra identificati hanno, infatti, beneficiato nell’ultimo decennio di attenzione e sostegno da parte dell’attore pubblico con policy mirate dedicate al settore, come ad esempio il credito d’imposta. L’ultimo esempio in ordine temporale è la Gran Bretagna che ha da poco introdotto un meccanismo di tax credit per il settore dei videogiochi”.

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