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Refugen, la consapevolezza dei crimini dell’Isis in un videogioco

28 gennaio 2015 - 16:54

Mettersi nei panni di un ragazzino di 13 anni di nome Sayyid che deve sopravvivere agli orrori causati dall'occupazione dell'Islamic State in Iraq and Syria (Isis). È la sfida, tra gioco e coscienza civile, del nuovo videogioco Refugen: gli sviluppatori lo definiscono come un titolo di sopravvivenza, in cui si deve decidere come reagire agli eventi e cercare di salvare sia la propria vita che quella degli altri rifugiati.

Scritto da Redazione
Refugen, la consapevolezza dei crimini dell’Isis in un videogioco

Refugen al momento non ha un prezzo o una data di rilascio, ma si può subito scaricare una versione gratuita proveniente da una build di test.

Nell'ultimo periodo diversi giochi indie hanno affrontato tematiche complicate, spesso legate alle guerre e alle vittime innocenti dei conflitti armati. In questo filone si colloca Refugen, segue le vicende quotidiane di Sayyid, spingendo i giocatori a fare delle scelte complicate: se intervenire o se lasciare che i militari uccidano i parenti e gli amici del ragazzo. Per interagire con Sayyid i giocatori devono usare il microfono, e urlare se vogliono intimargli di impugnare la pistola e sparare.

È un gioco dai toni forti, che come primo obiettivo ha quello di far riflettere sulla crudeltà del conflitto armato. Le scelte di Sayyid, infatti, hanno delle conseguenze: sparare corrode l'anima del ragazzo, ma nascondersi traumatizza Sayyid mentre vede i suoi cari morire.

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