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Limitazioni ai videogame e concorrenza interna: così anche Tencent vacilla

13 novembre 2018 - 12:45

Il Financial Times analizza la situazione di Tencent, colosso di gaming asiatico dopo le limitazioni del governo e la concorrenza interna.

Scritto da Daniele Duso

Il colosso cinese proprietario di Clash Royale, che ha recentemente dichiarato di voler lanciarsi anche nella produzione di auto a guida autonoma (seguendo Tesla, Google, Uber e Apple), è sotto la lente degli investitori. Domani saranno presentati i dati del terzo trimestre 2018, con le limitazioni imposte dal Governo cinese che già hanno messo in crisi il comparto videogame di Tencent. In attesa dei dati nella giornata di ieri un lungo articolo di Louise Lucas, pubblicato sul Financial Times, analizza quali i fattori di maggior preoccupazione per Tencent.

 

LIMITAZIONI GOVERNATIVE - Quello che si concluderà a breve è definito da Lucas “un anno orribile” per Tencent. Se un anno fa il colosso cinese con il suo comparto social media aveva superato Facebook, ora vale circa il 20% in meno del rivale occidentale. È soprattutto la burocrazia cinese a pesare sulle casse dell’azienda, che da marzo è nel mirino del Governo di Pechino con crescenti limitazioni all’uso dei videogame. Principalmente per questo le entrate relative al videogame, che costituivano il 40% delle entrate totali di Tencent, quest’anno si sono stabilizzate ad un terzo circa del totale.

 

 

“CRISI” ECONOMICA – Parlare di crisi forse è esagerato, ma vero è che l’economia cinese non corre più come ha fatto negli anni scorsi. I dati economici ufficiali, come spiega il Financial Times, sembrano riportare la Cina ai primi anni 2000 (la vendita auto, ad esempio, il mese scorso è calata del 12% rispetto a un anno fa). Sono questi fattori a preoccupare Tencent (ma anche altri colossi tecnologici cinesi) più ancora di una concorrenza internazionale che in Cina continua ad avere poco peso.
 
ENTRATE PUBBLICITARIE E RIVALITÀ INTERNA – Contemporaneamente per Tencent sono calate anche le entrate pubblicitarie. La stima degli analisti è di una flessione tra il 5 e l’8%, mentre rimane fiorente la concorrenza interna. Bytedance (valutata 75 miliardi di dollari) ha ottenuto un successo strepitoso con l’app video Douyin, portando via da WeChat (di Tencent) un gran numero di utenti (il cui numero resta comunque vicino al miliardo, anche se con meno ore dedicate al social). Ma anche altre aziende produttrici di videogame (se non verranno affossate dalle limitazioni del Governo) promettono di dar battaglia.
 
LA FLESSIONE DELLE PARTECIPATE – Tencent, come nota Lucas nel suo articolo, è una holding con partecipazioni in oltre 700 società, dalle quali nel 2017 ha realizzato un guadagno netto di 20,1 miliardi di Rmb. Una delle principali, Tencent Music Entertainment Group, avrebbe dovuto chiudere l'anno con una quotazione a New York, ma l'evento è stato posticipato e la quotazione è già stata dimezzata rispetto alle stime iniziali (da 2 a 1 miliardo di dollari). Alcuni analisti ritengono probabile che Tencent, se il trend del mercato non dovesse cambiare, il prossimo anno cederà sicuramente qualche asset.
 
RESTA IL SUPPORTO DEGLI ANALISTI – Seppur sotto pressione da parte di Governo e investitori, Tencent mantiene comunque la stima degli analisti, soprattutto di quelli che operano sul lato vendite (sellside analyst). Anche se gli analisti hanno ridimensionato le aspettative, fa notare Louise Lucas, dei 50 analisti monitorati di Bloomberg solo uno ha dato valutazione “buy”, ma notando che il tempo speso dagli utenti sulle app di Tencent è rimasto abbastanza stabile, e che quindi la gente sta ancora utilizzando i prodotti del colosso cinese.
 

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