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Videogiochi violenti e stragi: si riaccende il dibattito negli Usa

05 agosto 2019 - 16:17

Nel drammatico week-end andato in scena negli Stati Uniti, dove si sono svolte due sparatorie nel giro di poche ore, c'è chi tira di nuovo in ballo i videogiochi violenti.

Scritto da Vincenzo Giacometti

Ci risiamo. Come spesso accade in seguito a ogni evento drammatico che abbia come protagonista un ragazzo o adolescente, a finire sul banco degli imputati sono i videogiochi violenti. Additati come una delle possibili cause generatrici di istinti violenti se non omicidi nei ragazzi. Questa volta avviene in seguito alla duplice sparatoria avvenuta negli Stati Uniti: quella di El Paso, in Texas e quella di Dayton, in Ohio, che insieme hanno causato oltre 25 vittime e molti feriti.
Anche questa volta, i politici locali hanno pensato bene di tirare in ballo i videogiochi violenti, come causa del disagio di quei giovani squilibrati. Forse anche per evitare gli inevitabili riferimenti alla massiccia disponibilità di armi all'interno di quegli Stati. In particolare, il governatore del Texas, Dan Patrick, ha detto: “Abbiamo sempre avuto armi ma ultimamente vedo l’industria dei videogiochi che insegna ai nostri giovani a uccidere”.

Proprio nei giorni scorsi, ironia della sorte, sul Perspectives on Psychological Science è uscito un articolo che parla della pericolosità dei videogiochi violenti a opera di Maya Mathur e Tyler VanderWeele. Dove vengono in realtà offerti spunti di riflessione che in parte risponderebbero alle dichiarazioni del governatore.


Nell'articolo si parla in effetti di studi condotti su giocatori per risalire e individuare fattori importanti e scatenanti per la manifestazione di comportamenti aggressivi. Offrendo un quadro completo di tutti gli studi condotti da associazioni e istituzioni sui videogiochi violenti, proprio per capire se possano sviluppare o meno nei soggetti, fenomeni d’ira o rabbia, o addirittura istinti omicidi.
Nel complesso, l’inchiesta dimostrato che non ci sono dati consistenti tra l’incremento di aggressività dei volontari e la fruizione di titoli videoludici. Gli studi vanno ad annullarsi l’un l’altro, suggerendo che il ruolo condotto dai videogiochi violenti, negli artefici delle sparatorie, ricopre un’importanza relativa in base agli altri e numerosissimi fattori scatenanti come condizione sociale, ideologie, patologie ed esperienze segnanti.
In ogni caso, se le cose stanno effettivamente come dice il governatore del Texas, con i videogiochi violenti che aumentano i rischi perché associati alla diffusione di armi che c'è sempre stata negli Stati Uniti, si potrebbe suggerire alla politica di provare a eliminare le armi, invece dei videogiochi. In questo modo, anche se un giovane dovesse essere negativamente iper-stimolato, non trovando strumenti di distruzione a portata di mano, magari potrebbe sfogare in modo meno pericoloso i suoi istinti.

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