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Videogiochi ed 'ecumenismo': per Phil Spencer serve maggiore liquidità tra Playstation, Xbox e Nintendo

19 novembre 2019 - 11:52

L'head of Xbox Phil Spencer vorrebbe una maggiore liquidità tra la sua console, Sony Playstation e Nintendo. 

Scritto da Giuseppe Tondelli

Il settore del gambling e del gaming, così come tante altre industries, ha vissuto e continua a vivere momenti vocati al merging, alle fusioni, alle acquisizoni e alle combinazioni. Ultima quella tra Flutter e The Stars Group. Nei videogiochi il mercato è da sempre polarizzato più o meno su tre grandi case: Sony Playstation, Xbox Microsoft e Nintendo. Adesso, almeno, è così. 

Ma quello che ha rivelato Phil Spencer, Head of Xbox in un'intervista a TgCom24, è abbastanza significativo, anzi, rivoluzionario: "Per il cliente avere le grandi piattaforme più cooperative rende più semplice l’esperienza di gioco". Insomma, Xbox, PlayStation e Nintendo dovrebbero dialogare maggiormente. Ma questo Spencer lo dice da almeno un paio di anni: aprire le porte, lasciare che i giocatori si muovano quanto più comodamente possibile (e, al momento, ipotizzabile) nell'ecosistema creato dalle varie piattaforme.

In questo senso non si può che premiare la disponibilità e la voglia di cambiare lo status quo dimostrata in primis proprio da Spencer. "Penso che rimuovere le barriere tra noi partner per comunicare e giocare possa aiutare il mercato dei videogiochi a crescere. C’è da dire che i nostri diversi concorrenti hanno anche diversi punti di vista sulla questione, ma è necessario fare fronte comune se si vuol fare dei passi avanti", conclude poi.
Di sicuro questa visione arriva alla luce del lancio del free to play e delle piattaforme simili a servizi come Spotify e Netflix, solo che sul mondo dei videogiochi come Google Stadia o Apple Gaming. Un mercato in espansione ma che rischia di ghettizzare le console che, seppur già connesse a internet e con ben altre possibilità, potrebbero rimanere isolate.

In ogni caso il servizio su abbonamento sta diventando il grande protagonista di questa fine di generazione, ridando a Microsoft e a Xbox quel ruolo di precursori dei tempi nell'ambito gaming che aveva caratterizzato Xbox e Xbox 360: "Viviamo in un’industria dove diversi modelli di business possono coesistere e crescere. Giochi gratis, solo in digitale, in vendita nei negozi e abbonamenti. Quello che abbiamo imparato è che la crescita dei free to play ha reso il mercato dei videogiochi più grande, non più piccolo".
Anche sulla prossima console, Scarlett, "vogliamo continuare a garantire che si potranno comprare e installare i giochi da un disco", spiega Spencer.
"Il potere dei videogiochi non è solo quello di riunire tante persone insieme ma anche permettere di entrare letteralmente nei panni di qualcun altro, prendere certe decisioni, fare delle scelte e sopportarne le conseguenze - prosegue Spencer - questo crea un legame di empatia tra le persone, fa vedere le cose da un diverso punto di vista".
Lo sguardo per forza di cose proiettato al futuro, quindi, ma con la saggezza di chi sa quanto possa essere pericoloso bruciare i ponti.
 
Esiste, comunque, un limite internazionale che è quello della connessione internet. Il 5G sarà un passo avanti ma prima che si diffonda e che parti del mondo si adeguino, ci vorrà tempo. Nella primavera del 2013 Microsoft e la squadra di Xbox, allora rappresentata da Don Mattrick, tentarono la strada del coraggio nell'esporre la filosofia alla base di Xbox One. Fallendo clamorosamente e vedendosi costretti a tornare sui propri passi. Spencer non vuole evidentemente che la storia si ripeta e chiarisce senza tanti giri di parole: "Anche sulla nostra prossima console, Scarlett, vogliamo continuare a garantire che si potranno comprare e installare i giochi da un disco, siamo del tutto consapevoli che in certi Paesi, in certe regioni scaricare decine di gigabyte di un videogioco sia un’operazione semplicemente impossibile: è nostro dovere permettere a tutti di poter giocare".

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