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Pardo: (Ontier Italia): 'Serve visione globale anche a livello normativo'

04 giugno 2020 - 12:50

Luca Pardo, legale di Ontier Italia al digital panel eSports: non solo gioco - I modelli di business emergenti nel settore degli eSports e prospettive di sviluppo”.

Scritto da Ca

 

“Siamo di fronte ad un mercato globale che va osservato principalmente al di fuori dei confini nazionali. Il fenomeno degli esports è pari alla rivoluzione tecnologica e all’intelligenza artificiale e stiamo ragionando a livello eurounitario se non globale e speriamo di andare in questa direzione. Per ora è una disciplina lasciata all’autonomia negoziale e  oggetto di disciplina pubblica ma va fatto qualcosa in questo senso”. Luca Pardo, legale di Founding Partner Ontier Italia, ha fatto il punto strettamente giuridico e normativo del settore intervento al Digital Panel di Gioconews e Esportmag, "eSports: non solo gioco - I modelli di business emergenti nel settore degli eSports e prospettive di sviluppo”. 

Interessante la sua panoramica del mercato europeo: “La Francia ha disciplinato il modello autorizzativo per organizzare un evento di esports e di gaming e ci si rivolge addirittura al Ministero degli Interni. E’ stato disciplinato anche lo status dei giocatori e dei premi. In Italia manca questa disciplina e l’osservatorio sta cercando di inquadrare il fenomeno. Il Cio ha per ora escluso gli esports dalle discipline sportive mentre gli Usa hanno disciplinato quello che volevano cercando solamente di attrarre i players professionisti nei loro top eventi”.

Si parla di business legato all'inquadramento dei vari aspetti del settore: “Non esiste un modello solo ma ne esiste uno per ogni stakeholder. Si va verso il trattamento dei diritti tv di immagine e di contrattualizzazione. Abbiamo visto, però, che c’è assoluta disomogeneità tra regolamenti come la Porsche esports Carrera cup che è stata inquadrata come concorso o la eSerieA che non prevede applicazione di normative pubblicistiche ma solo la regolamentazione della disciplina fine a se stessa. Altri eventi vengono disciplinati con forme non proprio consone come contratti di sponsorizzazione con l’organizzatore che riconosce la sponsorship alla squadra che partecipa. Ci sono però dei problemi anche fiscali. Si potrebbe utilizzare l’associazione in partecipazione per la sola organizzazione di un torneo o dell’evento. Per le squadre il rapporto di lavoro è totalmente libero per cui oggi si fa ricorso a forme di lavoro autonomo e non dipendente ma anche qui va regolamentato. 

Sarebbe bene guardarsi intorno secondo Pardo: “Quel che ci si aspetta è che l’Italia non guardi solo il proprio territorio ma affronti la sfida a livello globale”.
Nel panel emerge la problematica della differenza tra egames ed esports: “In effetti fare questi distinguo può bloccare i primi in favore dei secondi. Ma la realtà è che dobbiamo andare tutti assieme verso la regolazione per evitare che si creino divisioni a livello locale e globale, e questo creerebbe problemi al sistema”, conclude Pardo. 

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