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Videogame: Regno Unito verso la classificazione di lootbox come azzardo

09 giugno 2020 - 14:22

Dal ministero britannico un invito a presentare prove sulla presenza di meccanismi ritenuti assimilabili all'azzardo nei videogame: possibile il divieto.  

Scritto da Vincenzo Giacometti

 

Il Dipartimento per il digitale, la cultura, i media e lo sport (Dcms) del Regno Unito annuncia l'imminente pubblicazione, nelle prossime ore, di un invito a presentare prove sulle cosiddette “lootbox”: ovvero, quell'elemento assai controverso quanto diffuso nei videogiochi domestici attuali, che consente ai giocatori di spendere soldi per guadagnare premi di gioco che possono essere rappresentati da personaggi speciali o attrezzature, senza però sapere prima cosa si può davvero ottenere. Per un meccanismo che ricorda strettamente il gioco d'azzardo. Al punto che i videogiochi sono finiti sotto i riflettori globali già da qualche anno, con i regolatori internazionali del gambling che ne hanno chiesto espressamente l'equiparazione e, quindi, la loro gestione, per evitare di veder vanificati gli sforzi compiuti per il contrasto delle dipendenza di gioco e del gioco minorile, quando situazioni simili si possono trovare anche nei videogame tradizionali. Senza bisogno di comprare un tagliando di una lotteria o giocare a una slot.

L'iniziativa del ministero britannico è stata stimolata dalla crescente preoccupazione che le lootbox possano infatti incoraggiare il comportamento in stile gioco d'azzardo tra i bambini, conducendoli - potenzialmente - alla dipendenza nella vita futura, come riportato dal Guardian.

LA RILEVANZA ECONOMICA - Il valore delle lootbox per l'industria dei videogiochi è stimato in circa 23 miliardi di sterline l'anno e in costante aumento, grazie ai ricavi che continuano a salire anche dopo l'acquisto iniziale del gioco. Se i ministri decidessero di riclassificare questo meccanismo come “gioco di azzardo”, la decisione avrebbe un impatto significativo sugli sviluppatori di giochi, che potrebbero essere costretti a ritirare alcuni titoli o ridisegnarli in modo che possano essere venduti a persone di età inferiore ai 18 anni.
Sebbene comportino un elemento di probabilità e, quindi, di aleatorietà, tali sistemi non sono coperti dalla legislazione sul gioco d'azzardo oggi esistente – e, quindi, in Regno Unito, non sono regolati dalla Gambling Commission - perché gli oggetti "vinti" non sono considerati di valore monetario. Tuttavia, lo scorso anno il comitato ristretto del Dcms aveva ricevuto e valutato segnalazioni sul fatto che le vincite generate dalle lootbox possono essere facilmente scambiate con denaro contante su siti Web di terzi e che il loro uso da parte degli sviluppatori di giochi probabilmente "faciliterà il profitto da giocatori problematici".

LA QUESTIONE POLITICA - In un successivo rapporto, la Commissione ha quindi informato il ministero sul fatto che, a suo giudizio, dovrebbero essere considerati prodotti di gioco. "Sono un prodotto virtualmente speculativo che aiuta solo a normalizzare e incoraggiare i giovani a cogliere un'opportunità", ha affermato Carolyn Harris, deputato laburista, che presiede un gruppo interpartitico di parlamentari che indagano sui danni legati al gioco. "Troppo spesso questo porterà i giovani a sviluppare una dipendenza dal gioco d'azzardo". Le lootbox sono già considerate prodotti da gioco d'azzardo in alcuni paesi, tra cui il Belgio, dove alcune aziende hanno dovuto estrarre i loro giochi dal mercato.
Qualsiasi modifica al modo in cui sono regolati i bottini potrebbe essere inclusa in una più ampia revisione della legislazione sul gioco d'azzardo, che è stata elaborata dai Labour nel 2005 ed è stata etichettata inadatta per l'era digitale attuale dagli attivisti.

IL BOOM DELLE LOOTBOX - Una ricerca degli accademici dell'Università di York pubblicata lo scorso anno ha scoperto che i maccanismi premiali nei videogame sono sempre più diffusi, con circa il 71 percento dei titoli più popolari sul portale di gioco Steam, rispetto al 4 percento di un decennio fa. La commissaria per i bambini in Inghilterra, Anne Longfield, ha espresso preoccupazione per la quantità di denaro che i bambini finiscono per spendere e per il pericolo che continueranno a dare da mangiare per ottenere gli oggetti che desiderano, come un giocatore d'azzardo che insegue le perdite.

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