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Videogame: "Lootbox come azzardo" secondo la Camera britannica

02 luglio 2020 - 09:39

Le cosiddette “Lootbox”, che rappresentano una funzionalità di acquisto inclusa nei videogiochi domestici, sono da ritenere giochi d'azzardo, secondo la House of Lords del Regno Unito.

Scritto da Redazione GiocoNews.it

Il comitato del gioco d'azzardo della Camera dei Lord britannica ha stabilito, attraverso un rapporto ufficiale, che le “lootbox” contenute nei videogiochi devono essere regolate dalle stesse leggi che governano il gioco d'azzardo nel Regno Unito. "Se un prodotto assomiglia al gioco d'azzardo e si percepisce come un gioco d'azzardo, allora dovrebbe essere regolato come un gioco d'azzardo", viene indicato nel rapporto.
Con il Comitato che raccomanda un'azione immediata per inserire le lootbox all'interno del Gambling Act 2005. Confermando i sentori dei mesi scorsi rispetto a un intervento di questo tipo.

IL PROBLEMA - Questo tipo di meccanismo premiale contenuto nei videogame offre ai giocatori la possibilità di ottenere una ricompensa casuale quando viene aperto uno scrigno virtuale o qualcosa di simile, acquistando con denaro reale dei premi che vengono scambiati occasionalmente.
Alla trasmissione della Bbc “Breakfast”, Lord Grade, presidente del Gambling Committee, ha affermato che le lootbox sono già state regolamentate in altri paesi, in quanto rappresentano un pericolo rispetto al rischio che si possa “insegnare ai bambini a giocare d'azzardo". Un tema particolarmente “caldo”, (anche) nel Regno Unito, dove si stimano 55mila giocatori problematici di età compresa tra 11 e 16 anni. La relazione sulle dipendenze riguardava naturalmente tutti gli elementi del gioco d'azzardo, ma con le lootbox che dominavano la scena tra i minori. Non a caso, la questione relativa ai “bottini” inclusi nei videogiochi è al centro del dibattito politico già da diverso tempo e anche a livello internazionale, con i regolatori di diversi paesi che si sono mossi anche collegialmente per sollecitare interventi di questo tipo, con la Gran Bretagna che ancora una volta si propone tra gli apripista a livello regolamentare.
 

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