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Lost in myst, arte e videogame promuovono la Tuscia incantata

28 settembre 2021 - 08:46

Un video artistico che si ispira al famoso videogame Myst promuove il borgo di Celleno, il borgo fantasma tutelato dal Fai.

Scritto da Daniele Duso
Lost in myst, arte e videogame promuovono la Tuscia incantata

Si intitola Lost in myst, rifacendosi a un famoso videogioco, ma è un'opera artistica che vuole promuovere uno dei borghi più spettacolari dell'Italia centrale. Lost in myst, letteralmente "perso nel mistero", è un'installazione video opera dell'artista Federica Di Pietrantonio della durata di 39 minuti nel corso dei quali, seguendo un percorso che si ispira sin dal nome al videogame Myst, avventura grafica di successo sviluppata dalla Cyan e pubblicata nel 1993.

La narrazione procede come in un film, con dialoghi, sottotitoli e musica, ed è una sorta di passeggiata virtuale all'interno della scenografia videoludica, che l'artista ha trasformato e riadattato allo scenario naturale e architettonico di Celleno, un borgo situato a pochi chilometri da Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo. Così l'arte, ispirata al videogioco, finisce con il valorizzare e fare promozione al territorio della Tuscia, caratterizzato da numerose lovalità e borgate di grande bellezza.

Se Myst era un mondo parallelo nel quale il giocatore poteva immergersi completamente e interagirvi con molto realismo (per la tecnologia dell'epoca) allo stesso modo con Lost in myst Federica Di Pietrantonio ha voluto offrire un'esperienza immersiva in cui lo spettatore è spinto a tradurre la passeggiata virtuale in una proiezione di esperienza reale, nei luoghi della Tuscia.

Come altre opere dell'artista anche questa, come detto, nasce dalla familiarità dell'artista con piattaforme e con esperienze virtuali come il già citato Myst, o come Second Life o altri videogiochi open worlds, che portano a vivere esperienze anche molto realistiche attraverso il proprio avatar. L'artista fa uso della tecnologia e la mette al servizio del fruitore, facendo intersecare così i piani di più arti diverse: quella architettonica, quella videoludica, e quella cinematografica.

Così, grazie all'arte e al digitale, rivive Celleno, un borgo arroccato su uno sperone di tufo e ormai quasi abbandonato (vi vivono, oggi, appena 1300 anime), e soprattutto chi segue l'opera d'arta ha modo di riscoprire un gioiello tutelato dal Fai, il Fondo ambiente italiano.

L'abbandono, a partire da fine Ottocento, ha ridotto di moltissimo quello che era il paese originario, del quale resta comunque un intricato dedalo di viuzze che portano fin su a quel che resta dell'antico castello, passato di mano nelle lotte tra guelfi e gibellini sino a quando, nel Rinascimento, divenne proprietà della famiglia Orsini, della quale ancora porta il nome. Oltre al castello a Celleno troviamo, ancora visitabili, la chiesa di San Carlo del XVII secolo, la chiesa di San Donato del 1200 e altri palazzi.

Non è la prima volta che la tecnologia viene in soccorso di Celleno. Qualche anno fa il Comune , insieme alla startup Hubstract - Made For Art e all'Università della Tuscia, sostenuta dalla Regione Lazio, ha presentato un progetto di recupero e di riqualificazione del borgo chiamato "Il Borgo Fantasma di Celleno" con un plastico interattivo che racconta la storia e le peculiarità del borgo. L'idea, già allora, era quella di trasformare Celleno in una "nuova" Civita di Bagnoregio, rivitalizzandolo grazie alle sue alte potenzialità turistiche alle quali ora contribuisce anche un'opera d'arte ispirata a un videogame. 

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